XL, l'house organ di OPES anno 2, n°4, aprile 2020 | Page 3
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Reload. Il secondo mese dello sport in quarantena
è stato caratterizzato da un concetto: trovare
in una condizione di disagio fisico e psichico
una nuova forza, un’energia diversa. Dopo
essersi fermato e dopo aver accettato la nuova
situazione imposta dal lockdown, il mondo dello
sport ha iniziato a ricaricarsi sotto ogni punto di
vista. Le associazioni sportive dilettantistiche
e i settori di OPES, ad esempio, hanno capito sin
da subito che serviva un’idea o un intervento
per cambiare l’immobilismo logorante dettato
dal coronavirus. La soluzione è stata colta nelle
challenge che hanno permesso agli atleti di
sfidarsi a distanza, di mostrare le loro abilità,
di evidenziare la loro voglia di non arrendersi e,
come successo con la seconda sfida di ginnastica
ritmica, di coinvolgere nella realizzazione di
un esercizio anche i familiari. Se paragonare
lo sport ad una cura per combattere i disagi
arrecati dal coronavirus può sembrare eccessivo,
permetteteci di affermare che quantomeno è
stato una medicina. Lo abbiamo visto nei sorrisi e
nei messaggi degli atleti più giovani e lo abbiamo
osservato anche nelle mail inviateci dai genitori.
Gli attestati di stima e i ringraziamenti ricevuti
sono una chiara dimostrazione di come lo sport di
base sia importante per la società e per la crescita
degli adulti di domani. Aprile è stato anche il mese
degli incontri da remoto e dei dibattiti online. Se
da un lato OPES ha fatto la sua parte al tavolo delle
istituzioni, con l’obiettivo di difendere gli interessi
delle associazioni affiliate e dei lavoratori sportivi,
dall’altra ha deciso di raccontare ad una vasta
platea di interessati e di operatori dello sport tutto
quello che stava accadendo a livello di norme,
di indennità e di accesso ai fondi o alla liquidità.
La programmazione dello sport dell’era post-
coronavirus è iniziata.
Buona lettura!