XL, l'house organ di OPES anno 2, n°3, marzo 2020 | Page 3
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Stop! Tutti in quarantena. Distanti ma uniti e con
un pensiero fisso: andrà tutto bene. Nessuno
era pronto al lockdown, alla chiusura totale. Ma
è stato necessario farlo per quel fine ultimo che
si chiama bene sociale. Bene della collettività o
della Nazione. Per quelli come noi, che vivono di
relazioni sociali, che intendono lo sport come una
palestra di vita, che hanno nel mantra “mens sana
in corpore sano” di Giovenale uno dei leitmotiv
della giornata, che accostano l’attività fisica al
benessere o che nella vita hanno la missione di
insegnare i valori positivi dello sport e di educare
i giovani affinché crescano con dei sani principi,
piegarsi al vento virale è stata davvero dura.
Pensavamo che niente e nessuno avrebbe potuto
fermarci. Ed invece, come una tigre feroce che
azzanna tutto e tutti, è arrivato il COVID-19. Ha
sbriciolato la nostra società e messo in ginocchio
l’economia.
Democraticamente
ha
colpito
tutti. Anche gli sportivi, i super eroi moderni,
e le associazioni sportive dilettantistiche. Il
conto da pagare è salato, sia in termini di vite sia
considerando i danni economici. Servirà tanta
coesione, solidarietà e passione per ripartire.
Ma ripartiremo e torneremo a riempire stadi,
impianti sportivi e palestre che oggi sono vuoti.
Ritroveremo le nostre passioni, le nostre attività, le
nostre competizioni ed esibizioni che oggi vivono
nei nostri ricordi, nelle nostre immagini o nei nostri
sogni. Anche se cambiati, ci riprenderemo la nostra
vita e l’amata quotidianità. Abbracceremo la vita e
apprezzeremo ogni suo piccolo aspetto. Una cosa
però è importante. Questo tempo da trascorrere
nelle nostre abitazioni non deve essere sprecato,
ma deve diventare un’occasione per programmare
la ripresa ed il ritorno alla normalità e alle nostre
attività. Con più forza.
Quindi coraggio, restiamo a casa e buona lettura!