XL, l'house organ di OPES anno 1, n°7, numero doppio agosto | settembre 2019 | Page 19

L’inattività fisica e la sedentarietà rappresentano un problema per la salute. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, questi due fattori, uniti a stili di vita non corretti, sono tra le principali cause di decessi dovuti a malattie non contagiose. In tutto il mondo, stando ai dati dell’OMS, il 60% degli adulti non svolge sufficiente attività fisica e ciò comporta un aumento di casi di obesità e sovrappeso, oltre ad un naturale innalzamento di tutte quelle patologie cardiovascolari. Se uno stile di vita sedentario ha degli effetti dannosi sulla nostra salute, figuriamoci per tutte quelle persone che per mille motivi hanno minori opportunità di essere fisicamente attive. L’esempio più lampante sono quegli uomini e quelle donne con disabilità. Solo il 15,5% di loro pratica attività fisica o sportiva. Il restante 84,5%, invece, dichiara di essere assolutamente sedentario. In poche parole, la percentuale di inattivi fisicamente tra i portatori di handicap è quasi il doppio rispetto al valore medio dei normodotati (84,% contro il 47,1%). Il progetto “Non Solo Assistenza – Realizzazione di una rete di sostegno per la disabilità”, promosso dall’Associazione Arthesia, da OPES, dalla Misericordia Piana degli Albanesi e dall’Associazione La Danza delle Ombre, con il prezioso contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, vuole realizzare un piano di attività motoria per persone con disabilità. Su tutto il territorio nazionale, verranno caldeggiate, incoraggiate e promosse attività fisiche adattate o integrate, ovvero che prevedono la presenza sul terreno di gioco di atleti normodotati e disabili. Simili esperienze, in termini di salute psico-fisica, hanno un impatto sociale devastante. Se da una parte si possono comprendere facilmente tutti i benefici fisici legati allo svolgimento di una sana attività fisica, dall’altra si possono intravedere e sentire tutte quelle picconate che abbattono i muri dell’indifferenza e dell’esclusione sociale. 2.000 persone adulte con disabilità e 1.000 ragazzi under 16 portatori di handicap saranno coinvolti in un percorso sportivo adeguato alle esigenze del singolo individuo e in eventi multidisciplinare a carattere locale, regionale e nazionale. Le Associazioni e gli Enti fautori del progetto “Non Solo Assistenza” si impegneranno ad allargare la rete di sostegno alla disabilità. Società sportive, scuole, Enti Locali, cittadini ed organizzazioni di ogni tipo saranno chiamati in causa con lo scopo di promuovere un nuovo modello culturale di integrazione e di inclusione sociale delle persone con disabilità, facendo leva su uno strumento aggregante come lo sport. I presupposti per arrivare alla redazione di un piano nazionale di attività motoria adattata o integrata per persone con disabilità ci sono tutti. Per sostenere il progetto collegati ai profili social di Non Solo Assistenza - Realizzazione di una rete di sostegno per la disabilità e fai anche tu la tua parte! XXL / Agosto - Settembre 2019 19