XL, l'house organ di OPES anno 1, n°1, gennaio 2019 | Seite 6
“Auspico che il
governo metta le mani
immediatamente sulla
Legge Melandri”.
Marco Perissa
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Hanno parlato della necessità di praticare lo sport a
scuola e allora domando: è una prerogativa del CONI
la ristrutturazione dell’impiantistica scolastica che versa
in condizioni da Terzo Mondo? Se è vero che lo sport
italiano deve essere rilanciato secondo i presupposti
che noi tutti condividiamo, io vi chiedo perché, anziché
riformare lo sport, il Governo riforma il CONI? Parliamo di
due cose diverse, perché il CONI è un soggetto attuatore
delle politiche legislative e normative delle due camere
e perché la politica ha il diritto e il dovere di interrogarsi
sul funzionamento delle leggi promulgate finora ed
eventualmente di migliorarle. Ho un dubbio semantico su
questo processo di riforma: dovremmo spiegare che una
riforma è un processo normativo strutturato complesso,
che parte da un’analisi normativa, che definisce un
orizzonte di visione e che promulga delle leggi per
applicare quella riforma. Un emendamento alla finanziaria
è un intervento economico nell’ambito delle controllate
dello Stato. È legittimo, ma è diverso da un riforma. La mia
preoccupazione nasce dall’esperienza precedente, perché
chi, come ad esempio gli Enti di Promozione Sportiva,
lavora nel Terzo Settore, nella Promozione Sociale e
nel Volontariato ha vissuto una stagione di Governo
recentemente che ha riscritto i codici del Terzo Settore,
generando il panico nel mondo associativo di base, nelle
organizzazione rappresentative e nel forum del Terzo
Settore.
La Riforma
del CONI
La Legge di Bilancio nasconde una norma
che si propone di riformare il modello
di sistema sportivo italiano, prevedendo
la sostituzione della Coni Servizi con un
nuovo ente denominato ‘Sport e Salute’ i
cui vertici non verranno designati dal CONI,
ma scelti dal Ministero dell’Economia e
Finanze su indicazione “dell’autorità di
Governo competente in materia di Sport,
sentito il Coni”. Il finanziamento del CONI
e della “Sport e Salute”, secondo la bozza
della legge di bilancio, viene parametrato
al 32% delle entrate effettivamente
incassate dallo Stato.