L ’ uomo impara osservando , raccogliendo e ripetendo . L ’ uomo impara dal mondo che lo circonda , impara a modificarlo e a conservarlo . L ’ osservazione è correlata alla curiosità , la raccolta al desiderio e la ripetizione alla conoscenza . Partendo da questi semplici principi l ’ architetto e l ’ artista creano le loro opere , le loro costruzioni , danno forma concreta a un sentimento astratto . L ’ istituto del Museo è la logica conseguenza di questo atto creativo , è il punto di raccordo tra i creatori e il resto del mondo . Questa è la percezione che abbiamo avuto quando siamo entrati nel grande archivio dei disegni del Museum for Finnish Architecture : la sensazione di trovarsi nel luogo di conservazione dei sogni , convertiti in segni di matita , dei grandi architetti del passato . L ’ emozione di toccarli con mano , far scorrere i polpastrelli e gli occhi lungo le righe , granulose e dense , di edifici che abbiamo incontrato nel lungo girovagare per
Helsinki . L ’ incontro con la casa di Alvar Aalto ci ha provocato quel bizzarro senso di stordimento che Stendhal ebbe uscendo da Santa Croce a Firenze . La sensazione di vuoto nella testa , due secondi di buio e una parola : “ Eccola ”. Trovarsi di fronte a luoghi che sono stati oggetto di studio , esame , fatica e odio / amore è stordente .
Entrare in casa Aalto e sentirsi come in casa propria ; essere accolti da una quotidianità inaspettata : ogni cosa al suo posto e ogni posto per una cosa , puzzle domestico perfetto . L ’ occhio circondato da milioni di texture e nonostante questo riposato .
Andrea Calatroni Carlotta Berta
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