Auschwitz I
Terminata la visita al memoriale, ci siamo diretti al treno che da Milano ci avrebbe portato a Cracovia. Dopo un lungo viaggio siamo arrivati a destinazione. Lì siamo stati accolti da una guida che ci ha portato a visitare la città. Il giorno dopo siamo partiti di prima mattina verso Auschwitz I. Un elemento che ci ha subito colpito è stato la scritta che si trova all’ingresso del campo: “ARBEIT MACHT FREI”, ovvero “il lavoro rende liberi”. Quest’ultima, riportata all’ingresso di molti campi di concentramento nazisti, acquisì un significato opposto a quello che realmente comunica, perché i fatti che avvenivano all’interno dei campi la rendevano assolutamente falsa.
All’interno di Auschwitz I vi sono delle strutture chiamate “blocchi” nelle quali i deportati tentavano di vivere la vita di tutti i giorni. Ci ha colpito molto il blocco 27, dedicato alla vita dei bambini all’interno del lager. Alcuni accettarono la realtà; altri, invece, provarono a vivere come se fossero ancora a casa. Sono stati riportati dei disegni trovati sulle pareti delle baracche. Alcuni ritraevano scene o personaggi di fantasia, come tigri, bambole e orsetti; altri scene tratte dalla tragica realtà, come impiccagioni e altri episodi di violenza ai danni dei detenuti.
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