Viaggi in Lambretta - Mamma li turchi (2012) | Page 106

Come era prevedibile il sole sorge dalla parte sbagliata e alle 6 come da copione… Marco non ce la fa più… si alza, apre qualsiasi zip e va fuori a schienarsi all’ ombra della tenda stessa. Io non posso muovermi… la tecnica delle minime funzioni vitali ha successo fino a che uno riesce a stare immobile… dopo di che… bagno di sudore! Va avanti così fino a quando non si comincia a stare meglio grazie ai primi aliti di vento che dopo la burrasca di ieri sera si erano placati. In questo stato ci riaddormentiamo e ce la facciamo a recuperare un paio d’ ore. Quando decidiamo di alzarci ci si guarda e ci si capisce subito… impossibile smontare tutto e portarselo per tutto il giorno dietro… la tenda rimarrà qui con i bagagli al suo interno. La frase è sempre la solita: Ci importa una sega… si starà a vedè! Bene, con spirito avventuriero coscienti di non sapere niente di quest’ isola procediamo per scelte ovvie e ci dirigiamo verso l’ enorme castello che ci domina alle spalle. Arrivati sul posto purtroppo scopriamo che il castello è chiuso ma il giro intorno a questa rocca enorme non ce lo toglie nessuno. E’ veramente un castello enorme, mura altissime che dominano il mare e torri che le sovrastano ma purtroppo non c’ è verso di entrare, giriamo e rigiriamo già cotti dal sole a martello ma senza risultato. Ad un certo punto però coglie la nostra attenzione una scaletta con in cima un cancellino… come dei bambini proviamo ad aprirlo… si apre e dietro di esso scende una piccola scalinata stretta e buia. Non c’ è dubbio, si deve andare a vedè. Scendiamo una ventina di scalini e si apre davanti a noi una piccola caverna piena di altarini, cristi, madonne, candele e incensieri. Si tratta di una piccola cappella sotterranea intitolata a un qualche santo che ora non ricordiamo… molto suggestiva e particolare ma soprattutto… imbiancata di fresco! (Marco ne ha fatto le spese sedendosi in qua e là e macchiando il costume con la tipica vernice di calce con cui imbiancano qualsiasi cosa da queste parti). Finito il tour alla rocca di Mytilene usciamo dal paese e cerchiamo una zona dove toglierci questa voglia di bagno che ci attanagliava. Con la scusa ci diamo anche una sciacquata! Troviamo una spiaggia di ghiaia che fa al caso nostro e in men che non si dica siamo nell’ acqua. Purtroppo, mentre Marco sguazzava qua e là senza problemi io ho fatto in tempo a muovere un passo nell’ acqua che ho stiacciato ben bene un riccio di mare. Dal dolore ho perso l’ equilibrio e sono caduto in acqua infilando anche la mano su un