In un momento di grande incertezza come quello attuale , è davvero importante ricordarlo ? Ebbene , i due eventi hanno una natura molto diversa . Infatti , il primo rappresentò una mossa istituzionale senza precedenti sulla scena internazionale : per la prima volta nella storia , i governi rinunciavano a parte della loro sovranità per fondere alcune delle proprie aree politiche chiave , nella speranza di preservare la pace . Il secondo , invece , fu una riflessione tra compagni , tutti in linea di massima con una capacità di agire ridotta , mirante a creare un ’ Europa federale , quale unica via per plasmare un mondo migliore , un mondo in pace . Eppure entrambi gli eventi hanno in comune un tratto importante : tutti e due sono scaturiti in modo del tutto inatteso dalla forza di volontà di singoli individui . Se è vero che il Trattato di Parigi fu la risposta multilaterale a un grave deterioramento della sicurezza , fu in realtà l ’ inquietudine di Jean Monnet causata dalla prospettiva di una nuova guerra a portare a un lavoro di elaborazione durato diversi giorni , che non si sapeva esattamente come e da chi sarebbe stato ricevuto , passato poi alla storia come dichiarazione Schuman , in cui si prefigurò il Trattato . Il Manifesto di Ventotene fu opera di Altiero Spinelli , Ernesto Rossi e altri individui lungimiranti , i quali erano convinti che l ’ eventuale ricostituzione degli Stati-nazione nel post-guerra secondo le premesse prebelliche , ovvero con una sovranità nazionale intatta , avrebbe portato inevitabilmente a un nuovo conflitto . Sebbene sia giusto riconoscere gli uomini che compirono i primi passi concreti verso l ’ unità europea negli anni Cinquanta ( Spaak , Adenauer , de Gasperi , Schuman e tutti i “ padri fondatori ” spesso citati ), è altrettanto giusto sottolineare l ’ importanza di coloro che , dal nulla , proprio quando tutto sembrava perduto a causa della guerra , tracciarono una visione chiara e lottarono per difenderla . Oggi
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