Il grappolo è grosso, di forma cilindrica o tronco-conica,
abbastanza compatto e provvisto di un’ala; gli acini sono me-
dio-grandi e di forma irregolare; la buccia è pruinosa e poco
consistente, di colore blu-nero.
L’uva di questo vitigno dà origine a vini generalmen-
te poco coloriti, mediamente alcolici poco tannici, ma
molto gustosi e adatti soprattutto per pasteggiare. Il loro
profumo è molto gradevole, spesso con note di viola e di
mandorla.
In genere il vino di Schiava va bevuto giovane; nel pas-
sato si prestava anche per il taglio con altre qualità colorate
come il Teroldego, il Marzemino e la Negrara.
Altro vitigno che vanta molte citazioni a partire dal se-
colo XVI è il Groppello: con questo nome venivano indicate
nell’antichità varietà spesso molto diverse fra loro, ma con la
caratteristica comune del grappolo compatto con gli acini
serrati, simili perciò ad un “groppo” (parola dialettale che si-
gnifica nodo).
Il Groppello di Revò, detto anche Gropel o Gropel No-
nes, è coltivato esclusivamente nella Valle di Non sulle colli-
ne del paese omonimo e dei suoi dintorni; non lo si deve
confondere né con alcune varietà diffuse nel Bresciano – con
le quali in passato veniva identificato – né con il Groppello
gentile o Groppellone 81) . Anche la varietà presente attual-
mente sul Garda bresciano non ha con il “nostro” niente in
comune, tranne il nome.
«Il Groppello di Revò è, si può dire, l’unico vitigno ad uva nera colti-
vato nella Valle di Non, da dove si diffuse anche nelle altre plaghe vini-
cole... siccome la sua maturazione è abbastanza precoce si adatta in
modo speciale per le condizioni climatiche dell’Anaunia» (Consiglio
Provinciale d’Agricoltura pel Tirolo (a cura di), in Almanacco Trentino pel
1898, p. 260).
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