ve si trova ancora coltivato, e sia passato poi dall’Albania, en-
trando in Italia attraverso le regioni venete; o, per meglio di-
re, le piante sarebbero state portate in Vallagarina da militari
al soldo della Serenissima, quando Venezia dominava su tut-
to l’Adriatico. In tutti i casi la valle suddetta si è dimostrata la
sua patria elettiva.
Il vitigno, molto diffuso un tempo nel Basso Trentino, in
particolare a Isera e nella zona limitrofa, è stato uno stimabi-
le “ambasciatore” del buon nome dei vini trentini, sia sul
mercato interno che su quello estero, soprattutto negli anni
’80-90 del secolo scorso; dopodiché la produzione ha subito
un notevole calo e una perdita di notorietà.
Attualmente è in corso nella Vallagarina un’opera di re-
cupero per la sua rinascita e tutela nelle relative zone di origi-
ne. Marzemino “d’Isera” e “dei Ziresi” sono oggi denominati
i vini prodotti con uve coltivate, rispettivamente, sul versante
destro e sinistro dell’Adige.
Il grappolo è medio grande, di forma allungata con una
o due ali, mediamente compatto; l’acino ha la buccia consi-
stente e pruinosa di colore blu-nero.
Il vino ha un colore rosso rubino intenso con sfumature
violacee e un profumo molto delicato e gradevole con un ca-
ratteristico sentore florale-fruttato (vaniglia e viola mammo-
la, in particolare) e note speziate; il sapore è fresco, equilibra-
to, gustoso.
È un vino da pasto fine ed elegante che si consuma nor-
malmente giovane, accompagnato superbamente con arrosti
di carni bianche e rosse, polenta e salumi caldi, piatti di fun-
ghi e formaggi stagionati.
Un altro antico vitigno di uva nera è la Negrara trenti-
na, conosciuto anche come Negrera e Pegolros.
Pur essendo un tempo uno dei più importanti e pregiati
vitigni trentini, tuttavia non è ricordato nelle maggiori opere
48