Il colore è rosso rubino molto intenso con orli violacei;
l’aroma caratteristico ricorda la marasca, il sapore è aspretto
ma senza acredine, tannico, robusto e fragrante. Se di buona
qualità, quando viene sbattuto dà una spuma color sangui-
gno. Un tempo era molto ricercato soprattutto in certe anna-
te, come correttivo di altri vini.
Si sconsiglia di berlo giovane perché diventa più “fine”
e armonico solo dopo molti anni di imbottigliamento.
Da tempo coltivato nella pittoresca zona dei Colli Euga-
nei è il Moscato bianco, che corrisponde tanto al “Moscato
d’Asti” quanto al “Moscato di Canelli” e deriva dalla vinifi-
cazione della sola uva del vitigno “Moscato bianco” 42) . Viene
prodotto soprattutto ad Arquà Petrarca, Baone, Cinto Euga-
neo, Teolo, Torreglia, Galzignano, Vò ecc., tutti Comuni del-
la provincia di Padova. Il Moscato bianco dà un’uva tipica-
mente da vino che, come tutte le uve aromatiche, può servire
anche per il consumo diretto (pur non essendo una vera e pro-
pria uva da tavola).
Sui Colli questo vitigno ha sempre trovato condizioni
ambientali molto favorevoli dando origine ad un vino da
dessert o anche da fuori pasto veramente superiore, special-
mente nella versione spumante.
Il vino ha colore giallo dorato più o meno intenso, pro-
fumo caratteristico molto gradevole, sapore dolce, aromatico,
amabile, piacevolissimo.
I vitigni con questo nome sono molto numerosi e vantano origini e col-
tura antichissime; ma, in definitiva, quelli che da tempo più o meno lun-
go vengono coltivati in Italia, e meritano di essere tuttora conservati e dif-
fusi, si riducono pressoché ad uno solo, che di gran lunga è anche il più
diffuso ed è, per l’appunto, il Mosc