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pertanto quanto mai adatto a favorire la produzione di vini e di mosti» 14) . Agli inizi del secolo XVII il letterato padovano Angelo Portenari loda i Colli per i terreni coltivati «con li frutti di ogni sorte… come le uve preziose di ogni genere, delle quali si fanno vini nobilissimi di color bianco, nero, rosso, vermi- glio; di sapor dolce, austero, acuto; di qualità generosi, me- diocri, molli, gagliardi, torbidi, chiari, e tutti generalmente digeribili, e molto salutari al corpo humano; onde con gran ragione furono lodati da Plinio…» 15) . Egli aggiunge anche che l’abbondanza d’uva su quei monti è tale da soddisfare non solo la richiesta di Padova, ma in gran parte anche quella di Venezia e di altre località. 14) Bacci A., Storia naturale dei vini, libro VI, Torino 1990, p. 69. In effet- ti le rocce laviche, che ricoprono gli strati di trachite di cui sono com- posti i Colli, conferiscono un terroir particolare ai vitigni che danno uve con ottime caratteristiche sia di gusto che di contenuti minerali. Anche il clima temperato, dato dalla relativa vicinanza di queste zone al mare, contribuisce notevolmente alla produzione di vini pregiati che rivelano talora sapori e profumi tipici dell’ambiente mediterraneo. 15) Portenari A., Della felicità di Padova, Padova 1623, p. 50. 19