Premessa
Gran parte della storia della viticoltura e dell’enologia
nel bacino del Mediterraneo si svolge nel Lazio ed è stretta-
mente legata a quella della Grecia e delle sue numerose colo-
nie nell’Italia meridionale. In questa regione la vite ha pro-
dotto nei secoli e sta producendo tuttora vini di grande
pregio, che sono la diretta conseguenza di una coltura ormai
in gran maggioranza specializzata.
Molti dei vini laziali portano attualmente il nome della
località di produzione (v. Frascati, Castelli Romani, Cervete-
ri, Colli Albani, Marino, Velletri, Montecompatri, Zagarolo
ecc.), e sono ottenuti in gran parte da vitigni antichi e rino-
mati, le cui origini sono da ricercare in epoche spesso molto
lontane.
Anche nelle opere degli antichi scrittori latini ricorrono
di frequente nomi di località e di vitigni che si ritiene possa-
no corrispondere a quelli attuali (es. trebulanus per “trebbia-
no”); tuttavia è opportuno chiederci se le varietà coltivate in
antico nella regione Lazio siano le stesse di oggi.
A questa domanda possiamo rispondere che ciò è proba-
bile, sia per la buona stabilità dei genotipi 1) , sia per la propa-
gazione in gran parte vegetativa che ha preservato i caratteri
delle “vecchie” varietà. Ma, per essere certi di questa identità,
bisognerebbe fare un’analisi del D NA “archeologico”, presente
nei reperti giunti fino a noi (vinaccioli), e verificare se per
alcuni tratti esso corrisponda a quello di varietà odierne 2) .
È il complesso dei caratteri genetici di un individuo, cioè di quelli che
esso è capace di trasmettere ai discendenti.
1)
Peterlunger E., I vitigni autoctoni tra identità del territorio e nuovo valore pro-
duttivo, Apertura Anno Accademico 2003-2004, Gorizia, 3 dicembre 2003.
2)
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