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I vitigni degli antichi Romani
Al tempo degli scrittori georgici latini vi era una classificazione molto precisa delle viti e dei vini . L ’ agronomo Columella fa una distinzione esatta delle varietà , dividendole in “ Uve da tavola ” e “ Uve da vino ”, distinzione ripresa poi anche dal naturalista Plinio il Vecchio nella sua poderosa opera .
Quest ’ ultimo conta ben 185 specie di vino esistenti al suo tempo 18 ) e , di queste , le migliori erano prodotte nel Lazio : basti ricordare fra tutti il vino Cecubo 19 ) , il vino Falerno 20 ) , il Setino , o vino di Sezze ( Setia ) 21 ) , i vini del Massico 22 ) , i vini
18 )
Cfr . Plinio , Storia , XIV , 150 .
19 )
A proposito di questo vino , molto rinomato nell ’ antichità , Plinio ( XIV , 61 ) afferma : « Una grandissima fama aveva per la sua qualità il vino del Cecubo , proveniente da pioppeti palustri ( nei pressi di Terracina ), che andò perduto già allora a causa del canale navigabile che arriva fino ad Ostia e che fu fatto incominciare da Nerone in quel territorio ». Strabone ( V , 3 , 4-5 ), dopo aver confermato che la zona di produzione di questo vino occupava luoghi paludosi e malsani , aggiunge : « L ’ intero lido produce vini speciali , ma fra i migliori si devono includere il Cecubo , il Fundano ( di Fondi ), il Setino ( di Sezze ) ed anche il Falerno ».
20 )
Il territorio in cui si produceva il Falerno era situato fra il Lazio e il fiume Volturno , ai piedi del monte Massico . I Romani conservavano questo vino in anfore chiuse da tappi muniti di targhetta ( pittacium ) che ne garantivano l ’ origine e l ’ annata : lo si può perciò considerare il primo vino d . o . c . dell ’ enologia mondiale . Oggi il “ falerno ” è una delle perle dell ’ enologia italiana e viene prodotto esclusivamente in cinque comuni della provincia di Salerno ( cfr . Fontanari Martinatti I ., La vite , nota 123 , p . 84 ).
21 )
Setia ( oggi Sezze ) era una cittadina laziale situata nelle vicinanze delle Paludi Pontine , famosa per i suoi vigneti . Il vino colà prodotto , oltre ad essere gustoso e a non dare al capo , si prestava bene anche per cuocere le vivande . Era il vino preferito dall ’ imperatore Augusto e da quasi tutti i suoi successori , grazie al quale essi non correvano il rischio di indigestione ( cfr . Plinio , XIV , 61 ).
22 )
Il Massico è un monte a nord di Sinuessa ; questi vini rivaleggiavano
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