Vagabond Multilingual Journal Spring 2005 | Page 24

La Notte Vola Quella serata avevo deciso di scatenarmi. Provavo di dimenticarlo. Ma ogni volta che mi ricordavo di quel maledetto venuto dell’inferno con quella bocca di angelo...io volevo che l’esistenza si fermasse per poter baciarlo un’altra volta. Oddio, innamorarmi, perche’? Io lo so perche’, la sua dolce voce maschile che mi parlava in romanesco, i suoi capelli biondi ondulati (tinti la primavera scorsa), i suoi occhi blu, il suo corpo dorato, abbronzato ad Ostia. E’ ad Ostia che l’ho conosciuto, l’antico porto romano abbandonato, abbandonato come me. La musica frenetica, i giovani ubriachi, i corpi sudati al suono della tecno. Che me ne fregava? Che ce ne fregava? Eravamo tutti immaturi, irresponsabili, appassionati. Ho bevuto, ho fumato, ho baciato altri che non amavo, ma neppure cosi’ riuscivo a dimenticarlo. Come lasciare nel passato tutto quello che m’e’ successo? Le passioni e le emozioni solamente servono per creare delle memorie lontane, racconti cliche’ e poesie amare. Poi amare puo’ essere dolce ma quando ?nisce e’ proprio amaro. Cuori rotti, e’ una storia antica, ma mi sorprende sempre quando accade a me. Non capivo perche’ mi permettevo di soffrire cosi. Ma le cose d’amore non si capiscono, si sentono. Se io potessi capire non sarei qui a scrivere questi pensieri pazzi in una poesia mediocre. I miei amici ?orentini m’avevano detto (con quell’accento toscano che solo loro sanno fare): “I romani sono cinici, non ?darti, mi raccomando!” Io non ci ho creduto, ed allora un’altra storia estiva e’ ?nita in disastro. Ma le cose d’amore non si capiscono... La mia canzione prediletta suonava, quella celebre di Lorella Cuccarini degli anni 80: La Notte Vola Con tanto ?ato in gola Qualquno ti innamora Qualcuno ti consola, Bambino... Quella notte nessuno mi consolova Luiz Augusto Silva Batista - Page 24 - VAGABOND