L’opinione di Beppe Tassone
Le grandi vacanze, quelle at-
tese tutto l’anno, sono ormai
alle porte: luglio e agosto
sono mesi dedicati allo
svago, al riposo, alle uscite
ed ai viaggi.
Camper e veicoli ricreazionali
“escon dal chiuso” e rendono
visibile l’imponenza di un fe-
nomeno, quello del turismo
all’aria aperta, che è notevole
nei numeri e nel fatturato.
Un turismo dalle profonde ra-
dici, con una storia che uni-
sce, con un unico filo, i
pionieri dei primi anni dello
scorso secolo con la super
tecnologia dei giorni nostri.
Si tratta di un turismo che, in
modo agile, ha saputo caval-
care i fatti e la storia e rima-
nere, in tutte le contingenze,
attuale ed in grado di rispon-
dere alle necessità delle per-
sone, a volte anticipando
mode che poi sono diventate
del tutto evidenti negli anni
82 TURISMO all’aria aperta
successivi.
Tante volte i detrattori del
plein air hanno ritenuto di
“darlo per morto”, superato
da una società che si definiva
in “definitiva evoluzione”: un
errore grossolano che proprio
in questi mesi si può toccare
con mano.
Il camper, la caravan, la
tenda hanno saputo conti-
nuare a svolgere il proprio
ruolo di elementi essenziali
per un turismo sociale e fami-
gliare in grado di rispondere
alle esigenze di una società
in evoluzione, ma anche alla
ricerca di sensazioni reali e
genuine.
Così i piatti tradizionali, i dia-
letti, le piccole realtà locali,
diventano lo scenario attorno
al quale ruota il turismo plein
air, impreziosendo luoghi a
volte ai margini dei grossi
tour turistici, ma in grado di ri-
spondere con puntualità alle
esigenze di chi vuole coniu-
gare conoscenza dei luoghi
con ricerca della genuinità di
un territorio vero e credibile.
Le piccole località divengono
così centrali in un turismo alla
ricerca della genuinità dei
luoghi, le piazze, le voci, i
dialetti creano un linguaggio
che accomuna una nazione
intera re sa ricca da un patri-
monio culturale e paesaggi-
stico che non è pari a nessun
altro.
Vorrei questa si rivelasse
come l’estate delle sagre e
delle feste, soprattutto di
quelle organizzate nei piccoli
centri, così da saldare in
modo sempre più forte il le-
game tra il turismo di movi-
mento e la cultura del
territorio.
L’occasione per vivere la ge-
nuinità di una sagra di paese,
per gustare un piatto ge-
nuino, per sorseggiare un
bicchiere di vino del posto.
E’ questa la grande ricchezza
del turismo all’aria aperta, la
ragione che gli consente di
superare i momenti di crisi e
di rimanere sempre a galla.
Si tratta della capacità di of-
frire scenari veri e non me-
diati, genuini ed appetibili, in
una parola di mostrare la “re-
altà vera” quella costituita da
donne e uomini che ci arric-
chiscono con il loro bagaglio
culturale, con le loro tradi-
zioni, con la capacità di tra-
sformare un modo di
interpretare il tempo libero in
un fenomeno sociale figlio
della nostra epoca ed in con-
tinua trasformazione.