AMERICA MERIDIONALE: Patagonia
u
cha de Bochas, El Submarino e
l’Hongo. Noi qui, per ovvie que-
stioni di spazio, non abbiamo
che la possibilità (e la volontà di-
chiarata) d’incuriosirvi un po’
con le nostre descrizioni e con le
relative fotografie, con la spe-
ranza che un giorno anche voi
vorrete provare simili brividi. Ma,
a fronte delle varie fotografie che
abbiamo scattato, ne abbiamo
volutamente scelte due, che ve-
dete in questa pagina, forse tra
quelle meno spettacolari, ma
che – a nostro avviso – meglio
rendono certe particolarità: la
prima rende bene l’aridità del
“deserto”, mentre la seconda
racconta la realtà che abbiamo
trovato a “Cancha de Bochas”
(campo di bocce), una delle fer-
mate previste lungo il tour orga-
nizzato...
Dopo la visita procediamo viag-
giando adesso in direzione di
San Miguel de Tucuman, su una
strada davvero panoramica,
contornata da calanchi molto ca-
ratteristici: si attraversa una
grande pianura coltivata a
42 TURISMO all’aria aperta
canna da zucchero ed olivi.
Questo tragitto di trasferimento
ci obbliga a due soste notturne
in quanto le strade sì sono molto
tortuose, ma anche assai inte-
ressanti da vivere...
La località di Tafi la raggiun-
giamo dopo aver attraversato
una vallata molto stretta ed es-
serci inerpicati sino a toccare i
tremila metri: doppiamo il Passo
dell’Infernillo a 3040 metri di alti-
tudine e scendiamo verso Quil-
mes. Segnaliamo come qui il
paesaggio sia ormai mutato to-
talmente, viaggiando con un
clima caldo secco e in mezzo a
distese di cactus altissimi.
Il “menù” di oggi ci propone,
oltre alla solita razione di chilo-
metri, anche nuove e forti emo-
zioni: attraverseremo infatti la
Quebrada de Cafayate, ove i co-
lori delle rocce che troveremo ci
appariranno come di una magni-
ficenza davvero unica.
Le ripide e altissime pareti di
roccia, oltre a caratterizzare
questo sito naturalistico come
già accaduto per altri, creano
particolari condizioni di acustica
che lo hanno reso famoso, al
punto che ad una zona specifica
è stata assegnata la denomina-
zione di “anfiteatro”: e non è raro
che ci sia qualcuno che si esibi-
sce liberamente solo per la sod-
disfazione di poterlo fare in un
luogo magico come questo! Tra
i visitatori di ogni età capita che
vi siano anche dei veri appassio-
nati di arrampicata che, con la
loro bravura tecnica, sono in
grado di “esplorare” davvero
queste immense spaccature
che si aprono tra le rocce e che
danno accesso ad un mondo a
noi, normali nturisti, è purtroppo
“vietato”, non dalle norme, ma
dalla nostra stessa incapacità
tecnica...
In compenso, e senza alcun
sforzo fisico, potremo perderci
nell’osservare i colori, l’agilità e
la bellezza di migliaia di pappa-
galli coloratissimi che, appesi
allo strapiombo sottostante, en-
trano ed escono dai loro nidi, del