TRAKS MAGAZINE TRAKS MAGAZINE #16 | Page 6

tournée proprio a Faenza, è bellis- simo. Ci aspettiamo quindi di pas- sare una bella serata. Avete in programma sorprese o iniziative particolari per quella sera? Appino: in realtà non sappiamo cosa succederà ma essendoci in contemporanea la premiazione e l’ultima data del tour qualcosa di strano succederà, qualcosa ci in- venteremo, e sarà bello. Avete dichiarato che siete con- tenti del fatto che i gruppi di oggi non siano obbligati a una gavetta lunghissima come la vo- stra. Ma così non si rischia di bruciarsi subito? Appino: il successo effimero e ve- loce è una cosa che c’è sempre sta- ta, fin dagli anni Sessanta e ha a che vedere con altri fattori. Quello che intendiamo noi è che siamo molto felici che non ci sia bisogno di affrontare le rocambolesche avventure sulle quali potremmo veramente scrivere un libro e sarà bello magari farlo. Ma non pen- siamo sia necessario tutto questo oggi, mentre pensiamo che sia ne- cessario suonare dal vivo, questo sì. E farlo in una maniera sana, in una manie- ra che non ecceda da quello che il momento dell’artista in questio- ne. Ufo: Ci siamo an- che tutti la- mentati per anni per il fatto che gli artisti ita- 6 liani facessero una gavetta eterna, dicendo: “Guarda, in Inghilterra a vent’anni sono già in tour…” Ora che siamo praticamente alla pari, direi che va bene così. Poi deci- derà anche l’artista se ha la tempra per sopravvivere a questo scalino che può essere anche repentino. Ma del resto non va meglio a chi si cimenta nei format dei talent show. Dipende poi dalla persona, come reagisce. Anzi lì (nei talent, Ndr) c’è una curva esponenziale della notorietà che ti potrebbe an- che romper le ossa. Ma è successo anche negli anni Ottanta, nei Set- tanta. Gruppetti che facevano il 45 giri indovinato... Appino: Fra questi magari c’era anche qualcu- no che sarebbe durato negli anni perché stava solo fiorendo. Co- munque sia la gavetta noi la stia- mo continuando a fare. Ogni con- certo io lo reputo un’esperienza che si porta a casa, da quelli per la strada nel ’99 ai sold out di oggi. C’è sempre e comunque qualcosa da imparare, c’è sempre qualcosa da vedere per il futuro, poi a un certo punto le leggi marziali della natura fermeranno la cosa! È un atteggiamento mentale. Quan- do dicono “il disco della maturi- tà” abbiamo un po’ paura perché la frutta quando è matura casca dall’albero e marcisce. Ci sentia- mo sempre molto a nostro agio con i ragazzi, se i ragazzi hanno modo di fare musica diversa da quella che facciamo noi voglia- mo capire, vogliamo imparare, se possiamo anche dare consigli, ma non è obbligatorio o necessario andare a rompere le scatole se non è richiesto. Avete sottolineato come le pro- duzioni di alto livello oggi aiuti- 7