tournée proprio a Faenza, è bellis-
simo. Ci aspettiamo quindi di pas-
sare una bella serata.
Avete in programma sorprese o
iniziative particolari per quella
sera?
Appino: in realtà non sappiamo
cosa succederà ma essendoci in
contemporanea la premiazione e
l’ultima data del tour qualcosa di
strano succederà, qualcosa ci in-
venteremo, e sarà bello.
Avete dichiarato che siete con-
tenti del fatto che i gruppi di
oggi non siano obbligati a una
gavetta lunghissima come la vo-
stra. Ma così non si rischia di
bruciarsi subito?
Appino: il successo effimero e ve-
loce è una cosa che c’è sempre sta-
ta, fin dagli anni Sessanta e ha a
che vedere con altri fattori. Quello
che intendiamo noi è che siamo
molto felici che non ci sia bisogno
di affrontare le rocambolesche
avventure sulle quali potremmo
veramente scrivere un libro e sarà
bello magari farlo. Ma non pen-
siamo sia necessario tutto questo
oggi, mentre pensiamo che sia ne-
cessario suonare dal vivo, questo
sì. E farlo in una maniera sana, in
una manie-
ra che non
ecceda da
quello che
il momento
dell’artista
in questio-
ne. Ufo: Ci
siamo an-
che tutti la-
mentati per
anni per il
fatto che gli
artisti ita-
6
liani facessero una gavetta eterna,
dicendo: “Guarda, in Inghilterra a
vent’anni sono già in tour…” Ora
che siamo praticamente alla pari,
direi che va bene così. Poi deci-
derà anche l’artista se ha la tempra
per sopravvivere a questo scalino
che può essere anche repentino.
Ma del resto non va meglio a chi
si cimenta nei format dei talent
show. Dipende poi dalla persona,
come reagisce. Anzi lì (nei talent,
Ndr) c’è una curva esponenziale
della notorietà che ti potrebbe an-
che romper le ossa. Ma è successo
anche negli anni Ottanta, nei Set-
tanta. Gruppetti che facevano il
45 giri indovinato... Appino: Fra
questi magari c’era anche qualcu-
no che sarebbe durato negli anni
perché stava solo fiorendo. Co-
munque sia la gavetta noi la stia-
mo continuando a fare. Ogni con-
certo io lo reputo un’esperienza
che si porta a casa, da quelli per la
strada nel ’99 ai sold out di oggi.
C’è sempre e comunque qualcosa
da imparare, c’è sempre qualcosa
da vedere per il futuro, poi a un
certo punto le leggi marziali della
natura fermeranno la cosa! È un
atteggiamento mentale. Quan-
do dicono “il disco della maturi-
tà” abbiamo un po’ paura perché
la frutta quando è matura casca
dall’albero e marcisce. Ci sentia-
mo sempre molto a nostro agio
con i ragazzi, se i ragazzi hanno
modo di fare musica diversa da
quella che facciamo noi voglia-
mo capire, vogliamo imparare, se
possiamo anche dare consigli, ma
non è obbligatorio o necessario
andare a rompere le scatole se non
è richiesto.
Avete sottolineato come le pro-
duzioni di alto livello oggi aiuti-
7