Cleopatra Records?
L’anno scorso abbiamo inviato
un demo di 5 pezzi a un centina-
io di etichette. La Cleopatra, con
la sussidiaria Purple Pyramid
specializzata in rock progressivo,
ha risposto con entusiasmo. La
nostra musica strumentale è per-
fettamente in linea con lo spirito
dell’etichetta, specialmente ades-
so che la Cleopatra si è allargata
all’industria cinematografica.
Quali sono le motivazioni di
base di questo nuovo disco? In-
somma da che cosa vi siete fatti
ispirare in sede di scrittura?
Il disco nasce dall’idea di bellez-
za applicata a contesti diversi e la
costante ricerca dello spirito. Lo
spirito è dappertutto, ma bisogna
essere disposti a sentirlo. Tutto
quel che appare non ci eleva, tut-
to quel che ci eleva non appare;
risiede in fondo e va scoperto. Il
titolo rimanda appunto a un sen-
so di ascensione verticale, dalle
viscere del mondo agli astri cele-
sti. La vita e la gente offrono un
ampio campionario da cui trarre
spunto. Mi ispiro anche alle mie
ARMONITE
Un’etichetta americana importante e “cinematografica” come la Cleopatra
Records e un disco, “And the Stars above” per il collettivo musicale guidato
dal compositore e tastierista Paolo Fosso (che risponde alle nostre doman-
de) e dal violinista Jacopo Bigi
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Partirei da un discorso “geogra-
fico”: com’è successo che un duo
italiano (quasi del tutto) stru-
mentale venisse pubblicato da
un’etichetta losangelina come
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