TRAKS MAGAZINE TRAKS MAGAZINE #16 | Page 18

DANIELE CASTELLANI Musicista da sempre, scrive canzoni solo quando ha qualcosa da dire: dopo svariate esperienze in band, ecco l’esordio del cantautore di Scandiano, “Arrivederci Emilia” Esordio da solista, dopo una storia già abbastanza lunga con alcune band. Perché ora e cosa rappresenta per te? Esordio da solista ora perché ne ho sentito il bisogno adesso. Ho iniziato nella musica come chitar- rista e forse per questo ho sem- pre avuto la visione della band. È anche molto divertente suonare in una band affiatata e quindi ho sempre cercato di ritrovare certe sensazioni fraterne, perdute... E quindi ora il mio esordio solista. Puoi spiegare il titolo del disco? L’Emilia è dove sono le mie radi- ci e per esempio vedo che la sua musica, il liscio, è quasi rimasta per pochi eletti e viene “rinnega- ta” anche nelle feste di paese - la nostra musica tradizionale viene derisa ma la musica “folk” di paesi 18 periodi e anni diversi. Io amo fare compilation trasversali, anche con i miei pezzi. Mi immagino l’atelier di un fotografo in cui è esposto lo scatto n°7 a fianco del n° 1203. Come vedrei l’appartamento dove vivo pieno di quadri, foto, sti- li diversi eccetera eccetera tutto esposto assieme. Però ho il garage stracolmo di roba e le pareti vuo- te. Non è una regola questa delle compilation, il prossimo disco ho voglia di farlo strumentale, per adesso. Mi sembra che Maledetti posters sia tra le canzoni più significati- ve del disco. Come nasce? Maledetti Posters è l’incontro for- tunato, nella mia mente, tra l’ulti- mo anno delle superiori e un riff micidiale! esteri è cool, tipo Irish o le basi di Samba nelle tastiere alla festa del gnocco fritto. Quindi siamo mol- to attenti alla musica straniera ma non sappiamo da dove veniamo; e questo è un aspetto per cui è que- sta “terra” che si allontana da me. Invece sono io che mi allontano quando vedo che tante persone non cambiano mai idea e parlano per partito preso, c’è anche poca curiosità. È vero questo succede ovunque, potrebbe essere un “ar- rivederci Italia”. E infatti tanti se ne vanno all’estero. Però queste pianure, colline e montagne dove sto io non hanno colpa e a me piacciono: “E io ci sto” come can- tava Rino Gaetano. La voglia di fuga, ripresa anche nella canzone omonima, viene poi a svanire in luoghi immaginari, perché penso che le radici, a un certo punto di qualsiasi percorso intrapreso, rie- mergano. Quindi Arrivederci. Le canzoni rappresentano fasi diverse della tua carriera oppure sono un’istantanea del tuo perio- do più recente? Le canzoni del disco arrivano da 19