DANIELE CASTELLANI
Musicista da sempre, scrive canzoni solo quando ha qualcosa da
dire: dopo svariate esperienze in band, ecco l’esordio del cantautore di
Scandiano, “Arrivederci Emilia”
Esordio da solista, dopo una
storia già abbastanza lunga con
alcune band. Perché ora e cosa
rappresenta per te?
Esordio da solista ora perché ne
ho sentito il bisogno adesso. Ho
iniziato nella musica come chitar-
rista e forse per questo ho sem-
pre avuto la visione della band. È
anche molto divertente suonare
in una band affiatata e quindi ho
sempre cercato di ritrovare certe
sensazioni fraterne, perdute... E
quindi ora il mio esordio solista.
Puoi spiegare il titolo del disco?
L’Emilia è dove sono le mie radi-
ci e per esempio vedo che la sua
musica, il liscio, è quasi rimasta
per pochi eletti e viene “rinnega-
ta” anche nelle feste di paese - la
nostra musica tradizionale viene
derisa ma la musica “folk” di paesi
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periodi e anni diversi. Io amo fare
compilation trasversali, anche con
i miei pezzi. Mi immagino l’atelier
di un fotografo in cui è esposto
lo scatto n°7 a fianco del n° 1203.
Come vedrei l’appartamento dove
vivo pieno di quadri, foto, sti-
li diversi eccetera eccetera tutto
esposto assieme. Però ho il garage
stracolmo di roba e le pareti vuo-
te. Non è una regola questa delle
compilation, il prossimo disco ho
voglia di farlo strumentale, per
adesso.
Mi sembra che Maledetti posters
sia tra le canzoni più significati-
ve del disco. Come nasce?
Maledetti Posters è l’incontro for-
tunato, nella mia mente, tra l’ulti-
mo anno delle superiori e un riff
micidiale!
esteri è cool, tipo Irish o le basi di
Samba nelle tastiere alla festa del
gnocco fritto. Quindi siamo mol-
to attenti alla musica straniera ma
non sappiamo da dove veniamo; e
questo è un aspetto per cui è que-
sta “terra” che si allontana da me.
Invece sono io che mi allontano
quando vedo che tante persone
non cambiano mai idea e parlano
per partito preso, c’è anche poca
curiosità. È vero questo succede
ovunque, potrebbe essere un “ar-
rivederci Italia”. E infatti tanti se
ne vanno all’estero. Però queste
pianure, colline e montagne dove
sto io non hanno colpa e a me
piacciono: “E io ci sto” come can-
tava Rino Gaetano. La voglia di
fuga, ripresa anche nella canzone
omonima, viene poi a svanire in
luoghi immaginari, perché penso
che le radici, a un certo punto di
qualsiasi percorso intrapreso, rie-
mergano. Quindi Arrivederci.
Le canzoni rappresentano fasi
diverse della tua carriera oppure
sono un’istantanea del tuo perio-
do più recente?
Le canzoni del disco arrivano da
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