CHRIS AGNOLETTO
Molte forme di amore (ma anche un po’ di indignazione) nel primo disco
del cantautore foggiano, che ha anche un’attività, florida e parallela, di
poeta e di scrittore
Hai iniziato a lavorare a questo
disco nel 2013: come sei arrivato
fino all’album?
Dopo un lungo periodo di distac-
co dalla musica, nel 2013 ho ritro-
vato l’ispirazione per scrivere nuo-
ve canzoni. Ho messo in piedi un
paio di band ma non sono riuscito
a trovare la formula magica che le
facesse suonare come avrei volu-
to. Fino all’incontro con Alberto
Nemo, musicista e produttore di
Rovigo, con cui è nata un’intesa
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umana e artistica incredibile, che
ha deciso di arrangiare una parte
del mio repertorio e produrla per
farci un album.
Mi sembra che il disco sia per-
meato da una certa rabbia di
fondo...
Il disco è invece permeato di un
intenso sentimento di amore, nel-
le sue varie forme: l’amor proprio,
l’amore per una donna, l’amore
per un amico scomparso, l’amore
per un’umanità disperata, confusa
in programma prossime pubbli-
cazioni?
Prossimamente darò alle stampe
una raccolta di racconti. Nel frat-
tempo sto scrivendo un romanzo,
un’avventura intrisa di esoterismo
e fantasy, che continuerò compati-
bilmente con il mio progetto mu-
sicale. C’è un rapporto distaccato
tra la le due attività: entrambe
hanno dinamiche molto diverse di
scrittura, ma talvolta ci possono
essere delle convergenze; ad esem-
pio, canzoni come “Parola d’or-
dine: uccidere!” e “L’uomo senza
ombra” sono nate come racconti
che poi ho avuto l’esigenza di met-
tere in musica.
e anestetizzata. Ecco, tutto que-
sto amore si traduce in un urlo di
dolore, più che di rabbia, quando
l’oggetto o il soggetto a cui è rivol-
to lo si sente soffrire, lo si crede
perduto, lo si ved e morire.
Come nasce “Il mondo è mor-
to”?
“Il mondo è morto” nasce da una
profonda indignazione, scaturi-
ta dall’osservazione del momento
storico nel quale viviamo, dove
una società ipnotizzata, addome-
sticata e frustrata si lascia soggio-
gare, schiavizzare e impoverire dal
potere di una minoranza occulta.
Un’umanità impaurita che vede
nemici ovunque, che distrugge e
si autodistrugge, incapace di cre-
are legami, guidata dalle più basse
pulsioni, ormai sempre più slegata
dalla propria essenza spirituale, ed
è stupidamente felice. Chi è con-
sapevole non può che essere in-
felice osservando questo mondo,
che però, essendo morto, non può
che rinascere in qualcosa di me-
glio.
La tua attività di scrittura inve-
ste anche poesie e racconti: hai
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