a Costanza, una città tedesca
che si sviluppa proprio attorno
all’omonimo Lago. Costanza
è una città davvero suggestiva
con un’atmosfera spettrale ep-
pure romantica, piena di leg-
gende. Una mattina mi svegliai
attorno alle cinque, un orario
in cui si vedono ancora bene
gli spettri, e in qualche minuto
scrissi la canzone, direi di get-
to, quasi in trance.
Gli spettri a fine notte sono
quelli meno addomesticabili,
che ti riconoscono e ti chia-
mano per nome, quelli da cui
non si può fuggire e da cui non
si vorrebbe tornare. Gli stessi
spettri, però, sono anche quelli
che permettono di scrivere can-
zoni, storie, di dare forma a un
sentire.Che idea hai della situa-
zione attuale della musica in Ita-
lia, ma più in generale dell’inte-
ro ambiente culturale?
In generale non credo che sia un
periodo di grandissima rivolu-
zione musicale, se ci pensi la no-
vità della trap non è che un rap
rallentato e con l’autotune, senza
devo essere sincero la mia adole-
scenza è fatta anche di tantissimo
rap vecchia scuola Run-DMC, De
La Soul, Arrested Development.
Ora ascolto tanto Wilco e Jack
White.
È un’arte anche saper scegliere la
musica con cui diventare grandi.
“Lago di Costanza” è la canzone
del tuo album a cui ho dedicato
più tempo e attenzione. Ci rac-
conti come è nata è quello che
rappresenta?
Durante lo Spaghetti Couchsur-
fing Tour, ci annullarono una data
e dovemmo fermarci due giorni
30
nulla togliere ad artisti straordi-
nari quali Ghali, ma non vedo
delle vere innovazioni di rottura.
A me piacciono le sacche di resi-
stenza, oppure le sperimentazioni
pure, in generale cerco di sguaz-
zare nei piccoli mondi sommersi.
Per esempio la poetry-slam è un
fenomeno che mi interessa mol-
to, sia per l’aspetto aggregativo
che per l’uso della parola. I raduni
rock’n’roll mi piacciono sempre
molto per l’atmosfera, credo che
in Italia come anche in Europa, si
stia un po’ col naso per aria cer-
cando qualcosa di nuovo.
Per chi vuole fare musica e vi-
vere di arte che prospettive ci
sono?
Be’ ti risponderei come nel mio
video di lancio di Carrozzeria
Lacan “Intervista alla Televisio-
ne spagnola” ma è un’intervista
scritta, quindi articolerò. Credo ci
voglia tanto lavoro e fantasia, tan-
to lavoro sul territorio. Qualcuno
ci ha convinti che con internet si
può diventare famosi, ma io famo-
si da YouTube ho visto diventare
soltanto dei deficienti che si rove-
sciano i bicchieri d’acqua in testa.
Se vuoi fare musica devi suonar
tutti i giorni e creare un bel rap-
porto con il pubblico, da lì arriva
la possibilità di poter fare questo
lavoro per più di sei mesi.
Ci consigli qualche brano da in-
serire nella playlist, che magari
ci aiuti anche a conoscere qual-
cosa in più di te?
Italiani quindi? Ultimamente sto
amando molto Gemitaiz e Ghali,
ma penso che uno dei dischi più
belli italiani sia sicuramente quel-
lo di Colapesce per linguaggio,
intelligenza e scelte sonore. Non ti
nascondo che l’idea di collaborare
con un rapper mi entusiasmereb-
be.
Gemitaiz è una mia passione,
forse inconfessabile su un ma-
gazine come TRAKS. Ma ormai
l’ho detto. E non solo: se capi-
tasse una collaborazione tra An-
drea e Davide sarei la prima a
festeggiare, con un pezzo dram-
maticamente e irrimediabilmen-
te trap in sottofondo.
Chiara Orsetti