TRAKS MAGAZINE TRAKS MAGAZINE 033 | Page 52

ortodossa. Per dieci anni ho fatto parte di Dozhens, la prima realtà nata a Padova, poi diventato quasi un laboratorio di sperimentazione e crossover fra generi inventan- dosi fra i primi il rap sulla musica elettronica già all’inizio dei 2000. Chiusa l’esperienza di gruppo dopo 10 anni di live e tre album, ho continuato la stessa ricerca da solo. Tanti altri live, vari album solisti, pause, esperienze e colla- borazioni negli States fino a qui oggi. Negli anni mi sono appro- priato di una scrittura sempre più personale, ho imparato a produr- mi la musica da solo. La mia è una ricerca che porta a una modalità comunicativa fatta a strati, non facile, ma è una scelta, così come un flow personale, complesso che continuo a rivedere ed evolvere. Magari domani Silek sarà solo musica... o solo scrittura... o un progetto multimediale interatti- vo... vedremo. Si parla di maschere con “Carni- val”: mi racconti con quali sen- timenti hai approcciato il lavoro sul disco? Volevo fosse il primo disco di Si- mone. Lasciare il personaggio per far parlare la persona, toccando le parti più intime, lasciando fluire le emozioni senza imbarazzi. Non ci sono temi sociali, come di solito era per la mia composizione, non ci sono teoremi e visioni o mes- saggi, c’è la mia parte emotiva più profonda, nuda, difficile da scrive- re perché smuove cose che sono in fondo. L’ho scritto composto e re- gistrato in tre mesi esatti e ci sono tutte le esperienze, le emotività i passaggi di questo periodo, è stato davvero intenso e mi ha portato a scrivere ogni giorno in manie- ra continua e fluida. In Carnival ci sono bui profondi ma c’è anche la luce, c’è il far pace con pezzi della mia vita, ci sono le mie pau- re e le mie speranze. La sera mi sedevo e scrivevo e dopo un’ora avevo la bozza del brano con tan- to di ritornello. Mandavo.in giro su whatsapp i provini annoiando tutti quelli che si sentivano di sop- portarmi e tiravo le somme. Poi smussavo. Benché tu sia abituato a spazia- re tra i generi mi sembra che in questo caso tu abbia scelto un 52 ascoltare artisti della mia gene- razione ancora in giro, sono stati ottimi maestri ma che sento non appartenermi più. Fra i più attuali, anche se a loro volta di lungo per- corso, ascolto e apprezzo molto Noyz Narcos, Salmo, Marracash, Primo Brown (RIP), Mezzo San- gue, ma anche qualcuno di più giovane ancora che si muove in altri territori. Che cosa pensi della situazio- ne attuale l’hai spiegato bene in “Quarantema”... Che cosa farai “all’uscita”? Qualsiasi cosa io dica verrà confu- tata e resa merda dalle due grosse fazioni che vedo andare a crear- si, future contro no future, nega- zionismo contro fine del mondo. Credo che ne usciremo, ma una parte di noi è in preda al panico, credo che subire la paura sia il ri- schio più dannoso del virus stesso che va amministrato con respon- sabilità, ma presto o tardi passerà. Il problema è se rimane la paura. All’uscita farò quello che ho sem- pre fatto: cercare di costruire cose positive, solo che per un periodo lo farò con la mascherina. vestito sonoro molto omogeneo e compatto. Da cosa nasce questa scelta? Volevo avesse delle tinte precise, ho scelto una palette e vi sono ri- masto coerente, l’idea è che fos- se un ascolto esattamente dentro quella stanza, con quegli odori e quei suoni. E’ un disco hip hop attuale, non vintage o nostalgico, ha bpm molto bassi, utili a dar- mi elasticità nella stesura del rap. Credo sia stato davvero il progetto più fluido e veloce del mio percor- so, togli mix e periodo covid dopo tre mesi scarsi dall’idea di fare un nuovo progetto (dopo il preceden- te uscito a settembre) era tutto re- gistrato con sette brani e pronto a uscire. Ho aggiunto solo la bonus track Quarantema composta e re- gistrata a casa da me per ovvi mo- tivi di cronaca. Nel totale quattro produzioni sono mie, tre di Nevo, una di Skinny. Chi sono i tuoi punti di riferi- mento nell’hip hop italiano? Vengo dall’ascolto di tutto il rap anni ‘90, per Sangue Misto e LouX sono stati i mentori che ancora mi godo, oggi però non riesco più ad 53