ZERO PORTRAIT
Misterioso e mascherato, dopo un’intensa attività da dj, varie collabora-
zioni e produzioni con differenti moniker, firma il suo primo lavoro disco-
grafico in uscita l’8 maggio 2020 per Antistandard Records. “Pulp”
Il tuo attuale moniker fa riferi-
mento alla negazione dell’imma-
gine che mai come in questi anni
ha “colpito” anche i personaggi
del pop e dei generi contigui.
Che cosa rappresenta la tua de-
nominazione Zero Portrait?
Da che ho memoria nella mia
infanzia ho sempre ascoltato la
musica in radio e guardato i vi-
deo musicali su Mtv cercando i
programmi che trasmettessero la
musica che mi faceva fantasticare
mondi lontani dalla quotidianità.
All’epoca era la musica che mi ri-
cordava i videogiochi e i fumetti,
e che mi rimandavano mondi cy-
berpunk o distese californiane con
quei suoi elettronici che, nella mia
fantasia, venivano direttamente
dal futuro. Questi ascolti creavano
in me un’aspettativa sui musicisti,
immaginando che facessero una
vita diversa da quella di noi altri
e mi sono sempre chiesto quale
fosse il loro volto. Questo desi-
derio ha mantenuto vivo in me
quell’attenzione alla ricerca della
musica con la fantasia di un bam-
bino che provava ad andare oltre
dell’ascoltato. Il passaggio negli
anni è stato che i dj/produttori e
beatmaker sono passati da essere
autentici sconosciuti dietro alle
macchine a superstar, con volti
sovraesposti, interviste fatte trite
e ritrite. L’occasione di mostrare
l’autenticità artistica è diventata
mezzo di propaganda di uno stile
di vita consumistico e orientato
a fare sponsor più che parlare da
esseri umani a esseri umani. Forse
abbiamo barattato la piacevolezza
del desiderio con la mercificazio-
ne ossessiva quasi pornografica
dell’atto creativo. Per cui credo,
almeno per me ha funzionato, di
voler ripristinare una parte di quel
“mistero” creativo, non esponen-
domi, anche se in realtà si tratta di
mera protezione del mio me più
autentico, lasciando che la musica
sia da colonna sonora e che non
parli necessariamente di me ma
che, come un’opera cinematogra-
fica, ti trasporti in mondi diversi
del quotidiano. Il nome pertanto
dovrebbe essere Portrait, ovvero
ritratto di un’idea, di un luogo ge-
ografico o meta. L’aggiunta dello
Zero è dovuta in quanto in pas-
sato ho avuto altri progetti sotto
diversi moniker e, alla giovane
soddisfazione di sapere di aver to-
talizzato 1k di listens, mi è stato
rimandato da gente più dentro di
me nel mondo della musica che
1k ad oggi (all’epoca) corrispon-
de(va) a Zero. Ho fatto quindi ri-
sorsa di questa “delusione”. Per cui
voglio concedermi la possibilità di
iniziare sempre da zero ogni cosa