o il vento soffia pur di accompa-
gnarne l’inchino? L’ordine (in cui
accadono le cose) è un concetto
sopravvalutato, almeno quanto il
concetto di tempo.
Potete scegliere tre dischi usciti
di recente che vi piacciono parti-
colarmente?
Il primo che ci viene in mente è
Milano posto di merda dei Giallo-
renzo: loro sono giovani e scazza-
ti, ma nella direzione giusta (alla
Pavement per capirci) e con una
scrittura di qualità...e poi sono
ragazzi che sanno suonare, in-
somma sono una boccata di aria
fresca in un panorama asfittico
come quello della musica italiana.
Vedremo come continueranno,
ma di sicuro hanno iniziato sgan-
ciando una bombetta. Per gli altri
due titoli invece dobbiamo andare
indietro di qualche anno (con il
vostro permesso). Appartengono
a due artisti che amiamo molto,
il primo è Francesco De Leo, uno
dei pochissimi veri talenti usci-
ti allo scoperto negli ultimi anni.
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usciremo da questa curiosa e pa-
radossale situazione?
Per dirla alla Bennato “ne usci-
remo in fila per tre”: un modo
semplice per dire che (purtroppo)
procederemo in maniera ordinata
e organizzata dall’alto, verso quella
che sembra essere l’uscita, speran-
do che lo sia. Questo per mettere
l’accento su varie cose, includendo
il fatto che non riusciamo a vedere
una via di uscita nello “smart wor-
king” applicato allo spettacolo dal
vivo, come se fosse possibile farlo
a distanza. Per vivere un’esperien-
za “LIVE” è necessario scambia-
re fluidi corporei e contagiarsi di
sudore e lacrime, non ci si può
limitare a fare dei video (anche
se ci stiamo divertendo a farne).
Quindi, mettendo al fuoco mol-
ta calma e una manciata di buon
senso, accettando di aspettare che
i tempi maturino e che ci sia di
nuovo uno spazio da riempire e
a cui destinare vita vera, cerchia-
mo di “scarrocciare” per goderci
in seguito quello che ci viene più
naturale fare: suonare. Non sap-
piamo quando, ma sappiamo che
succederà.
Di Fra (che salutiamo, avendoci
fatto due dischi insieme) sceglia-
mo Antologia della cameretta non
perché non amiamo anche i dischi
“ufficiali” dell’Officina Della Ca-
momilla (tutti bellissimi), ma per-
chè è all’interno di quel quintuplo
disco (!) di demo registrate in casa
che è possibile ammirare la purez-
za della sua visione artistica. Un
vero gioiello. Infine non possiamo
non nominare Edda, ovvero l’ar-
tista che, secondo noi, ha lasciato
un segno indelebile sulla musica
degli ultimi 10 anni. Edda è pura
potenza emotiva, sia su disco
che dal vivo (in solo o con la sua
formidabile band) ed è un vero
peccato che un artista di questo
spessore non abbia un riscontro di
pubblico adeguato, a discapito di
tanti fenomeni indie-pop buoni al
massimo per qualche like su Face-
book o una diretta Instagram. Di
Edda amiamo tutto, ma scegliamo
Odio i vivi perché contiene Anna.
Un artista di un altro livello, un
alieno, un dono.
Siete stati costretti a spostare l’u-
scita del disco e presumo ad an-
nullare i live. Come ritenete che
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