TRAKS MAGAZINE TRAKS MAGAZINE 033 | Page 28

o il vento soffia pur di accompa- gnarne l’inchino? L’ordine (in cui accadono le cose) è un concetto sopravvalutato, almeno quanto il concetto di tempo. Potete scegliere tre dischi usciti di recente che vi piacciono parti- colarmente? Il primo che ci viene in mente è Milano posto di merda dei Giallo- renzo: loro sono giovani e scazza- ti, ma nella direzione giusta (alla Pavement per capirci) e con una scrittura di qualità...e poi sono ragazzi che sanno suonare, in- somma sono una boccata di aria fresca in un panorama asfittico come quello della musica italiana. Vedremo come continueranno, ma di sicuro hanno iniziato sgan- ciando una bombetta. Per gli altri due titoli invece dobbiamo andare indietro di qualche anno (con il vostro permesso). Appartengono a due artisti che amiamo molto, il primo è Francesco De Leo, uno dei pochissimi veri talenti usci- ti allo scoperto negli ultimi anni. 28 usciremo da questa curiosa e pa- radossale situazione? Per dirla alla Bennato “ne usci- remo in fila per tre”: un modo semplice per dire che (purtroppo) procederemo in maniera ordinata e organizzata dall’alto, verso quella che sembra essere l’uscita, speran- do che lo sia. Questo per mettere l’accento su varie cose, includendo il fatto che non riusciamo a vedere una via di uscita nello “smart wor- king” applicato allo spettacolo dal vivo, come se fosse possibile farlo a distanza. Per vivere un’esperien- za “LIVE” è necessario scambia- re fluidi corporei e contagiarsi di sudore e lacrime, non ci si può limitare a fare dei video (anche se ci stiamo divertendo a farne). Quindi, mettendo al fuoco mol- ta calma e una manciata di buon senso, accettando di aspettare che i tempi maturino e che ci sia di nuovo uno spazio da riempire e a cui destinare vita vera, cerchia- mo di “scarrocciare” per goderci in seguito quello che ci viene più naturale fare: suonare. Non sap- piamo quando, ma sappiamo che succederà. Di Fra (che salutiamo, avendoci fatto due dischi insieme) sceglia- mo Antologia della cameretta non perché non amiamo anche i dischi “ufficiali” dell’Officina Della Ca- momilla (tutti bellissimi), ma per- chè è all’interno di quel quintuplo disco (!) di demo registrate in casa che è possibile ammirare la purez- za della sua visione artistica. Un vero gioiello. Infine non possiamo non nominare Edda, ovvero l’ar- tista che, secondo noi, ha lasciato un segno indelebile sulla musica degli ultimi 10 anni. Edda è pura potenza emotiva, sia su disco che dal vivo (in solo o con la sua formidabile band) ed è un vero peccato che un artista di questo spessore non abbia un riscontro di pubblico adeguato, a discapito di tanti fenomeni indie-pop buoni al massimo per qualche like su Face- book o una diretta Instagram. Di Edda amiamo tutto, ma scegliamo Odio i vivi perché contiene Anna. Un artista di un altro livello, un alieno, un dono. Siete stati costretti a spostare l’u- scita del disco e presumo ad an- nullare i live. Come ritenete che 29