BEPPE DETTORI &
RAOUL MORETTI
“(In)Canto Rituale” è un disco che si snoda tra innovazione e la matrice
identitaria tradizionale, in omaggio a Maria Carta
Vorrei sapere come nasce il pro-
getto e l’omaggio a Maria Carta
DETTORI: Nasce grazie a Gio-
vannino Porcheddu di UNDAS
Edizioni Musicali e Federico Canu
del Tangerine Sa Pedrache. Abbia-
mo “fermato” qualche nostro live
in alcune registrazioni. Nel 2019
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c’è stata la ricorrenza dei 25 anni
dalla scomparsa di Maria Carta e,
come a dar seguito a qualcosa già
accennato nel nostro precedente
disco, abbiamo deciso di dedicar-
ci proprio a un intero omaggio a
questa grandissima artista.
MORETTI: Alcune rivisitazioni
è tratto il titolo del disco.
Non è certo la prima
collaborazione Det-
tori-Moretti. Non vi è
venuta la tentazione di
coinvolgere altri musi-
cisti per questo proget-
to?
DETTORI: Un progetto
con un sound ben defi-
nito e scarno per nostra
scelta, dettata anche da
un’esigenza mera di mer-
cato, che, per assurdo,
nella sua crisi, ha gene-
rato tutto questo… Ma
comunque nella solidità
di questo duo abbiamo certamen-
te provato ad inserire altri stru-
menti e con ottimi risultati.
MORETTI: In realtà la nostra
collaborazione nacque all’inter-
no di un quartetto che negli anni
è andato a scalare. Siamo rimasti
per un periodo in trio con Ma-
nuel Rossi Cabizza, che abbiamo
comunque ospitato in due brani
del precedente lavoro. Ora voleva-
mo arrivare all’essenza del nostro
sound, un incontro tra voce, chi-
tarra e arpa, ed il loro utilizzo con
di brani che erano nel repertorio
di Maria Carta erano già presenti
nel repertorio di Beppe da qual-
che anno, e poi sono entrati a far
parte del nostro progetto del 2019
“S’Incantu e sas cordas”. Stimola-
ti anche dalla Fondazione Maria
Carta abbiamo sviluppato gli ar-
rangiamenti ed aggiunto altre due
pietre miliari come “Stata Mater”
e “No Potho Reposare” . A com-
pletamento, abbiamo musicato la
poesia “Ombre” che apre il libro di
Maria Carta, Canto Rituale, da cui
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