toli papabili sul foglio di testo, il
classico errore invece di premere
“invio” sulla tastiera, e lo ritenevo
molto emblematico come concet-
to, oltretutto è una vocale che ri-
corre spesso nel disco.
Trovo che il tuo disco sia par-
ticolarmente “estivo”. In questa
condizione particolare pensi che
potrebbe cambiare la percezio-
ne di chi ascolta o può servire da
consolazione?
In base a quello che mi stanno di-
cendo per molti funge da proie-
zione verso ambienti e sensazioni
marittime, quindi direi che sì, può
essere anche consolatorio al limi-
te.
“Rinascente” è un po’ il manife-
sto del disco. Da cosa avevi biso-
gno di rinascere?
Per me ha vari significati, come
un po’ tutte le canzoni. Rinasce-
re per un nuovo disco o una fase
successiva della vita, per me qual-
siasi cosa va affrontata come una
rinascita.
Hai fatto un altro featuring con
lo Sgargabonzi. Qual è la sua ca-
ratteristica decisiva nello sceglie-
re di lavorare con lui?
Perché mi piace moltissimo come
scrive, la scelta accurata di ogni
singola parola, la sua capacità di
creare microcosmi letterari, e tra
noi c’è una sincera amicizia e reci-
proca stima.
Quali saranno i tuoi passi suc-
cessivi?
Sto scrivendo cose nuove e sono
già proiettato verso l’immediato
futuro, mi sento fiducioso.
17