ti, alcuni son stati scartati,
tutto incentrato sugli india-
ni d’America. Bestiale....
Domanda ovvia: perché
un album intero sulle sto-
rie dei nativi americani?
Non c’è un motivo vero e
proprio. Son partito scri-
vendo “Cavallo Pazzo”... poi
via via, i brani sono venuti
fuori da soli. Alla fine mi
son trovato tra le mani cin-
que-sei brani tutti sui nativi
americani e allora ho de-
ciso, anzi abbiamo deciso
assieme ad Alberto Chec-
cacci, di fare un album su
un unico argomento, un
concept, come si suol dire.
Che cosa ti ha colpito in
particolare della storia di
Cavallo Pazzo?
Tutto... il suo senso di li-
bertà, il suo essere indoma-
bile. È morto a soli 39 anni
ed è, e sarà sempre, un per-
sonaggio mitologico. Lui
non nasce con indole guerriera.
Lo diventa a seguito di alcuni lut-
ti che lo colpiscono direttamente.
Poi la sua diversità rispetto agli
me stesso per capire cosa sarei sta-
to in grado di produrre. Poi senza
accorgermene, mi sono trovato in
mano un album di dodici inedi-
12
altri.... aveva i capelli ricci e non
lisci, castani e non neri.... unico.
Chi sono i tuoi artisti di riferi-
mento?
Se si ascolta Cavallo pazzo è piut-
tosto semplice intuire. Fabrizio De
André primo tra tutti, Francesco
De Gregori, Guccini. Ma anche
Claudio Baglioni. Do più impor-
tanza al testo che alla musica. La
musica per me arriva un attimo
dopo il messaggio che si vuole
lanciare. Inutile avere musiche
fantastiche e testi vuoti.... oggi se
ne sentono tante di canzoni così.
Il mio è un album semplice, in-
teramente partorito in due.... io,
scrittore di testi e musiche, Alber-
to Checcacci arrangiatore.
So che sei al lavoro su un nuovo
disco. Ci puoi anticipare come
sarà?
Alcuni mi hanno chiesto se ci sa-
rebbe stato un Cavallo pazzo parte
due.... ahahahah, no assolutamen-
te. Quello che stiamo portando a
termine è un album di canzoni at-
tuali. A canzoni d’amore si intrec-
ciano storie di vita, massaggi per
i giovani, e un brano dedicato a
mia figlia Eleonora. Pur trattando
argomenti completamente diversi
da cavallo pazzo, sotto certi aspet-
ti gli somiglia. Insomma si sente
che chi compone è sempre lo stes-
so individuo. Quello che mi pre-
me evidenziare è che la famiglia
sta crescendo. Al mio fianco oltre
Alberto Checcacci, che è colui che
cura ogni dettaglio degli arrangia-
menti e a Nedo Baglioni, fotogra-
fo e regista, si è aggiunta Monica
Barghini, corista e cantante di un
mio brano e il bravissimo violini-
sta Alessandro Golini che vol suo
violino e la sua sensibilità ha “di-
pinto” alcuni miei brani e...... ba-
sta altrimenti vi dico tutto.
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