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reggaeton... canzoni facili, che du- rano due minuti, che si ascoltano per 15 giorni, per poi essere di- menticate. Young Signorino è un artista paragonato per ‘rottura di schemi’ al punk dei Sex Pistols... può anche essere. Basta che non ci chiudiamo a riccio. I più gio- vani oggi hanno molti più stimoli e i media principali (TV e radio) non li aiutano a scegliere in base alla qualità della musica. Ecco, ‘stanno uccidendo la musica’ non è una protesta, ma una constata- zione che nasce dall’osservazione di come la musica viene trattata dai media. È un prodotto com- merciale, di largo consumo. La musica viene uccisa perché non c’è più spazio per i tantissimi artisti che puntano alla qualità. La musi- ca muore quando il pubblico non è più in grado di ascoltare musica che impegni il cervello, che stimo- li a capire ciò che sta ascoltando, che non si limiti ad ascoltare ma che si impegni a ‘sentire’ la musi- ca. Eppure oggi c’è tanta musica di qualità, ma bisogna vincere la pigrizia e cercarla per conto pro- prio, online sui digital store. Su le. I ragazzini negli anni ‘70 ascol- tavano canzoni dei Genesis, dei Pink Floyd, degli Yes... il progres- sive rock era basato su modalità di composizione che mescolavano musica classica al rock. Le can- zoni erano ancora più comples- se, duravano 15 o 20 minuti, ma i dischi erano venduti in milioni di copie. Non c’è piu tempo per la musica: non si ascoltano gli al- bum, ma i singoli... pillole di mu- sica. Oggi c’è la trap, si ascolta il 6 spotify la musica è diventata ‘li- quida’... ci sono tante playlist di qualità che consentono di scoprire nuovi artisti affini ai nostri gusti. Ma poi la musica stanno cercan- do di ucciderla anche a livello di eventi live. Oggi si fa sempre più fatica a proporre musica dal vivo a causa dei costi da sostenere. Più ancora, la gente esce sempre meno di casa... e la musica se la ascolta sullo smartphone piuttosto che dal vivo. Ma la musica c’è, è viva e trova sempre il modo di tornare ancora più forte. Leggendo dei tuoi punti di riferi- mento musicali si incontrano tantissimi nomi del passato. E del presente? Da grande curioso ascolto vera- mente di tutto e non mi pongo limiti, se non altro perché penso che si possa imparare qualcosa da qualunque artista. I miei punti di riferimento sono quegli artisti ‘più vecchi di me’, quelli che sono alla base della mia formazione musi- cale. Mi capita di ascoltare musica di ragazzi molto giovani magari nell’ambito trap o hop hop (non mi spiace per contenuti e musi- calità per esempio Mahmood) ma poi riascolto i Soundgarden, riprendo ad ascoltare del buon blues e torno a Daniele Silvestri o agli Afterhours, poi mi reimmer- go nei Wilco o nei Black Keys per poi riascoltare musica barocca o fingerstyle... Lou Reed, Bowie, i Beatles insomma nuovo o vecchio penso che ogni album contenga almeno una canzone che valga la pena di ascoltare. Che cosa prevede il tuo futuro? Sto lavorando per organizzare i live per il lancio dell’album, quin- di sui miei canali social conto a breve di segnalare i primi live. Entro fine marzo dovrà uscire il terzo singolo, con un nuovo vide- oclip. Contemporaneamente sto avviando i lavori per un nuovo album, sempre legato a un unico filo conduttore. Un nuovo argo- mento, nuove tematiche e stili che non ho mai esplorato finora. Nuo- ve canzoni che stanno già pren- dendo forma, un progetto in fase di sviluppo che dovrà essere pron- to nel giro di massimo 12 mesi. Non mi piace stare fermo... deci- samente no! 7