ALEX CASTELLI
non mi piace stare fermo
“Caduti liberi” è il disco d’esordio di un cantautore che è alla ricerca degli
assassini della musica ma che non disdegna ascoltare anche generi contem-
poranei e di nicchia
Ci vuoi raccontare chi è Alex Ca-
stelli?
Sono un amante della musica, un
divoratore di musica da quando
ero bambino. Ho sempre ascolta-
to musica, ho assorbito e studiato
svariati generi musicali, artisti in-
ternazionali e italiani, senza di-
stinzione. La curiosità è parte di
me, cerco di ascoltare più artisti
e più generi possibili perché sono
molto curioso e alla ricerca di sti-
moli nuovi. Suono musica dall’età
di 14 anni, ho iniziato a comporre
all’eta di 18 anni. Ho suonato con
svariate band, in contesti e generi
vita. Come dei bambini che im-
parano a camminare: si cade ci si
fa male, ma si impara a rialzarsi,
spesso con qualche ammaccatura,
si piange e si soffre, ma poi ci si ri-
alza più determinati e si impara a
camminare da soli. Camminare da
soli è il primo passo verso la liber-
tà. Si cade ma poi si diventa liberi.
Per quanto riguarda la tecnica
musicale... Sì mi interessa, ma è
funzionale alle canzoni. Io suono,
gli stili delle canzoni mi vengono
in base all’umore del momento.
Molto è improvvisato, le canzoni
specialmente sul palco non sono
mai uguali. Mi piace molto fare
nuove forme alle canzoni, mi di-
verte.
Chi sta uccidendo la musica e
perché?
Faccio sempre questo esempio per
spiegare il titolo di questa canzo-
ne: MTV aveva lanciato i concerti
totalmente acustici negli anni 90:
gli unplugged. Eric Clapton per
primo, poi i Nirvana, i Pearl Jam,
gli Alice in Chains... Questi live
erano ascoltati dai ragazzini di al-
lora... Mi chiedo se nell’MTV di
oggi ci sia spazio per musica simi-
più disparati. Da queste esperien-
ze nasce il mio primo album Ca-
duti Liberi.
Ci parli anche della lavorazione
del tuo nuovo disco, “Caduti li-
beri”?
L’album nasce appunto dalle espe-
rienze vissute: esperienze musicali
per quanto riguarda le influenze
artistiche, esperienze di vita in ge-
nerale per i contenuti dei testi.
In Caduti liberi c’è un filo condut-
tore che unisce tutte le canzoni:
la paura del cambiamento. Paura
che ho vissuto in prima persona.
Tutti abbiamo almeno una volta
vissuto questa paura, che spesso ci
ha bloccato in una fase evolutiva
del nostro percorso di vita. Tante
volte si evita il cambiamento ma è
proprio quest’ultimo il fattore che
ci fa evolvere. Il cambiamento ci
porta a uno stato di libertà, perché
scegliamo di cambiare attraverso
il libero arbitrio. Il libero arbitrio
è il dono più grande che ricevia-
mo alla nascita, dono che però la
maggior parte delle persone per-
de nel corso della vita. La libertà
è un obiettivo da raggiungere per
migliorare la qualità della nostra
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