TRAKS MAGAZINE TRAKS MAGAZINE 031 | Page 32

menche, la chitarra segue un’idea di Bossanova, delle percussioni che strizzano l’occhio all’Africa… mettiamo dentro tante cose sen- za dimenticare le nostre radici, il nostro essere italiani. La melodia della nostra musica popolare. Avremo modo di vederti suonare dal vivo? Cosa bolle in pentola? Assolutamente si! È tanto che sia- mo chiusi in studio a sperimen- tare e abbiamo un grandissimo 32 desiderio di live, non vediamo l’ora di condividere. Ho proprio voglia di guardare negli occhi le perso- ne, non solo di immaginare che ci ascoltano attraverso un telefo- nino o alla radio. Voglio stabilire un contatto con le persone, fare in modo che la musica fluisca diretta alle loro orecchie. Condividere è la parola chiave della nostra società, inteso come stare insieme. Fare gruppo e spalleggiarsi è l’unica strada percorribile per tutti gli arti- sti e soprattutto per noi donne che, storicamente, siamo sempre state un po’ conflittuali tra noi. Negli ul- timi anni ci sono realtà meraviglio- se, anche di scrittura, dove le don- ne si mettono insieme e fanno cose straordinarie. Mi viene in mente la Murgia con I suoi podcast, le scrit- trici come Antonella Lattanzi, han- no fatto cose stupende… Penso sia la strada da percorrere. Io vorrei percorrerla. Il primo appuntamento sarà a Milano il 17 marzo, per la rasse- gna Because the Night. Cosa puoi raccontarci? La serata fa parte di una rassegna di Marian Trapassi, dedicata al cantautorato femminile, e ci esi- biremo con altre cantautrici. Ho assistito a una delle serate e devo dire che è stata un’esperienza stu- penda, un grande momento di musica, di condivisione di “sorel- lanza”. Cominceremo a far sentire il nostro progetto dove porteremo Dinosauri e alcuni brani inediti che faranno parte dell’album. Che cosa ha rappresentato per te essere arrivata in finale al Pre- mio Bianca D’Aponte? Per me ha segnato l’inizio del viaggio. Speravo moltissimo di arrivare in semifinale, soprattutto quest’anno in cui c’era Tosca come madrina. Sono molto legata al suo percorso, mi piace molto come artista, e per me era importante poter esserci con lei. Quando Ga- etano mi ha comunicato di essere tra le 10 finaliste è stato un sogno che si è realizzato. Quando sono arrivata là il sogno si è triplicato. Credo sia impossibile compren- dere la bellezza del Bianca D’A- ponte finché tu non sei lì. Prima di tutto perché è l’unico premio dedicato alle donne in Italia, ma è un premio completamente diverso da tutti gli altri perché è davve- ro un atto d’amore. La capacità di trasformare una cosa così brutta, come la perdita di una figlia, in una possibilità per le altre cantau- trici per me è una cosa davvero eccezionale. Sono grata a Gaetano, a Giovanna e a Gennaro e tutte le cantautrici che hanno parteci- pato al premio con me. Abbiamo una chat su Whatsapp da otto- bre e non abbiamo intenzione di chiuderla per nessuna ragione! Possiamo continuare a fare cose insieme: con due di loro stiamo vivendo l’esperienza sanremese. Consiglio a tutte le cantautrici di passare dal Bianca D’Aponte. Quale canzone di Sanremo avre- sti voluto scrivere? Anche una che non è arrivata in vetta alla classifica… La canzone che avrei voluto scri- vere… be’, Amore di Plastica di Carmen Consoli. Credo sia la donna più rivoluzionaria, è capace di mescolare dolcezza ed eleganza con parole così forti e violente con una dirompenza ammirevole. Non credo ci sia nessuno equiparabile. (Chiara Orsetti) 33