ansia, su ciò che sarebbe, poi, sta-
to il risultato. Ho imparato ad es-
ser meno grezzo, quello di sicuro.
E ho imparato anche a dare più
contenuti, a livello testuale, e non
solo semplicemente a utilizzare i
testi per scaricare la rabbia.
Da che cosa hai tratto ispirazio-
ne per questo nuovo album?
Lo sperare in un cambiamento
delle cose, la rabbia che non man-
ca mai: c’è chi si sfoga con la pale-
stra o, alla peggiore, scaricando la
propria frustrazione sugli altri. Io,
invece, scelgo di usare una penna,
un foglio e una chitarra.
In tempi come questi, “Mettia-
moci d’accordo” è una dichiara-
zione forte. Su che cosa ritieni
sia più necessario trovare un ac-
cordo?
Sulle tematiche ambientali in pri-
mis. Nel senso, “muoviamoci”,
il tempo è poco, i danni che ab-
biamo causato sono molteplici e
abbiamo iniziato già a pagarne le
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conseguenze. Ma anche sulla giu-
stizia, lo Stato assente e il popolo
che continua a pagare senza mai
alzare la testa: dove ci porterà tut-
to questo? Nel mio album ho vo-
luto dare il mio punto di vista su
questa e altre tematiche.
Salti tranquillamente da un ge-
nere all’altro, ma in quale ti senti
più “a casa”?
Amo sperimentare e in questo
ultimo lavoro ho dato molto sfo-
go al mio estro: ho spaziato dal
rock all’elettronica, dal pop ai rit-
mi in levare, fino al rap. Non ho
un genere preferito, ma sul rock
in generale mi sento più vivo
rispetto ad altri stili musicali,
quello sì.
Quali saranno i tuoi passi
futuri?
Appena sistemato alcune
cose, inizierò con i live di
promozione di entrambi gli
album, in trio acustico. Nel
frattempo, mi sono state pro-
poste delle collaborazioni che
dovrò valutare. Ci prendiamo
i momenti che vengono, belli
e brutti che siano, con la con-
sapevolezza che sono tasselli
di vita, quindi, già solo per questo,
importantissimi.
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