abbastanza. Ho avuto bisogno di
viverle ancora, di sentirle vibra-
re con un mood più viscerale e
istintivo. Ho sentito l’esigenza di
approfondire le cose fatte, prima
di proseguire. Il processo naturale
della memoria è quello di setac-
ciare i ricordi, lasciando leggibili
solo quelli che ci hanno segnato
di più. I gesti, le immagini, i colori
di queste canzoni per me sono in-
delebili e ho dovuto dare loro una
veste più congrua alla loro indole
per appagare la mia coscienza.
Altra impressione che ho avuto
è che il dolore sia forse l’ingre-
diente più condiviso dalle can-
zoni del disco. E’ una fotografia
realistica del periodo?
Il dolore è una componente esi-
stenziale dell’uomo, lo osserviamo
manifestarsi in molteplici modi e
in varie entità. A partire dal ma-
lessere interiore di un bambino
che si sente incompreso, fino al
crepacuore di un innamorato, dal-
la sofferenza della depressione di
una persona cara, fino alla morte
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di un malato e al vuoto che lascia
nei vivi. Ho avuto occasione di os-
servare e vivere queste emozioni,
di sentirle vibrare nel profondo
tanto da trasformarle in musica e
parole.
Perché la cover di Motta? Quali
altri cantautori di oggi ti colpi-
scono?
Motta e il suo primo disco mi ave-
vano colpito e quel pezzo mi era
vicino in particolare per le parole.
L’adattamento musicale è venuto
piuttosto istintivamente, come se
l’avessi scritto davvero io; per l’ar-
rangiamento ho adottato lo stesso
metodo di svuotamento e rimo-
dellamento come per gli altri pez-
zi che ho inserito nel disco. Forse
oggi proverei a fare qualcosa di
simile con Giorgio Poi, mi piace
molto come gioca con le parole.
A ogni modo il songwriter che più
ha sconvolto il mio immaginario
cantautorale viene da oltre oceano
e si chiama Justin Vernon.
Visto che “Prova zero” ha messo
un punto, che cosa ti aspetta da
ora in poi?
Vorrei che tutte le sperimentazio-
ni sonore dell’ultimo periodo fos-
sero la base di un nuovo lavoro,
sul quale peraltro sono già impe-
gnato sul fronte compositivo. Mi
piacerebbe che la maturità stili-
stica che ho ricercato fosse il pre-
supposto di un nuovo e originale
capitolo della mia vita artistica.
Vorrei suonare di più dal vivo,
essere maggiormente a contatto
con la gente per cogliere più di-
rettamente il feedback emotivo
delle persone che ascoltano la mia
musica. Infine vorrei sorprendere
perfino me stesso…
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