JESTO
il bello dell’indi(e)pendenza
“IndieJesto” è il nuovo disco dell’iperproduttivo cantautore (e sostanzial-
mente ex rapper)
La prima è ovvia: perché un di-
sco “indie” e perché un cambio
(definitivo?) dall’hip hop?
Mi è venuto naturale, in un certo
senso è l’evoluzione di Buongiorno
Italia, almeno dal punto di vista
sonoro. Inizialmente volevo fare
un disco chitarra e voce, poi si è
evoluto nel disco che potete sen-
tire. Sento la “presenza” di mio
padre nella mia creatività, e ormai
la chitarra sta diventando impre-
scindibile nella mia musica. Vado
dove mi porta l’ispirazione. Ho un
rapporto speciale con l’ispirazio-
ne, la personifico, la reputo la mia
miglior amica, vivo per lei e lei
vive in me. Abbiamo un rappor-
to di fiducia reciproca e un patto
di sincerità: in fase creativa sono
completamente puro, direi qua-
si zen. È il mio subconscio a far
uscire le canzoni, è quasi come se
non le scrivessi io. Anzi, ti dirò,
da qualche tempo non le scrivo le
canzoni, le registro direttamente,
come se esistessero da sempre e
io servissi solo come mezzo per
poterle portare alla luce. Questo
spiega la mia iper-creatività, nel
2019 ho pubblicato 4 progetti!
Dici che il bello dell’indipenden-
za assoluta è di poter fare quello
che ti pare, compreso far uscire
un disco a sorpresa sotto Natale.
Detto questo: perché l’hai fatto?
Necessità. Per me far uscire mu-
sica è prima di tutto un bisogno.
Devo far uscire le mie opere per
liberarmene, in un certo senso.
Finché le canzoni che ho registra-
to non escono, è come se stessero