TRAKS MAGAZINE TRAKS MAGAZINE 030 | Page 30

quasi messo una pietra sopra. Leo e Giorgio in quel periodo, non trovando batterista, stavano ven- dendo la loro strumentazione per passare a qualcosa di più comodo di un ampli da 30 chili e ingom- brante come un frigorifero per darsi alla musica da cameretta. Ci siamo sentiti al telefono con Leo e già dalla telefonata è partito qual- cosa. Non abbiamo perso tempo e siamo andati in sala il giorno dopo; abbiamo iniziato a jammare e da lì non ci siamo più fermati. 30 Su quali presuppo- sti è nato questo di- sco senza titolo, tutto strumenta- le e dai suo- ni piuttosto marmorei? Leonardo: Personal- mente non lo definirei un disco marmo- reo. Credo ci siano di sicuro del- le parti più sature ma, quasi nella stessa mi- sura, anche momenti più morbidi o addirittura sospesi. Cronologicamente parlando, fo- tografa il periodo nel quale ci sia- mo conosciuti e, di conseguenza, traccia un po’ tutte le sfaccettature che, più o meno inconsciamente, abbiamo deciso di sondare in quel momento preciso. Giorgio: Le sonorità di questo di- sco rappresentano bene i nostri gusti , ma niente esclude che po- trebbero variare molto nei lavori futuri. Qual è il vostro metodo di lavo- ro? Più jam o più scrittura prima di decidere la direzione dei bra- ni? Giorgio: I brani li strutturiamo in modi diversi, alcune volte nasco- no da parti singole proposte da uno di noi. Altre invece sono pic- coli estratti di lunghe improvvisa- zioni che scegliamo e rielaboria- mo, spesso decontestualizzandole totalmente dall’idea “originale”. Tre nomi di artisti italiani con- temporanei che vi piacciono? Andrea: Mai Mai Mai Giorgio: Iosonouncane Leonardo: Blak Saagan Che cosa ci dobbiamo aspettare dai Nairobi per il 2020? Leonardo: Per quest’anno abbia- mo in programma intanto dei live in Italia per promuovere il disco. Nel frattempo stiamo lavorando al nostro secondo lavoro. 31