la quella cosa, lo
avrebbe reso un
brano semplice-
mente banale, non
dicendola invece lo
ha reso un brano
ironico e particola-
re.
Due parole anche
sul video: è stato
divertente come
sembra?
Sì molto, ho coin-
volto soprattutto
amiche e ci siamo
divertite tanto. Ab-
biamo deciso di
girare a Rho, nella
mia città, e que-
sto ha contribuito
a farci sentire “a
casa”. E poi con il
regista Brace Bel-
tempo ormai c’è
molto feeling e af-
fetto, riesce sempre a strapparmi
un sorriso e a mettermi completa-
mente a mio agio.
La tua scrittura è spesso ironica.
Rispecchia anche come sei nella
“vita vera”?
L’idea è nata da una cosa su cui
stavo riflettendo e che effettiva-
mente avrei voluto dire in quel
brano, infatti, è nato prima il ri-
tornello. Andando poi avanti col
testo mi sono resa conto che, in-
vece, sarebbe stato scontato dir-
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Sì, adoro l’ironia nella scrittura e
la ricerco anche in ciò che ascol-
to. Mi piace usarla per raccontare
temi anche di un certo spessore
perché credo li renda più accessi-
bili e più leggeri. Sono abbastanza
ironica anche nella vita anche se
chi mi conosce bene mi definisce
più permalosa che ironica, ma io
non sono molto d’accordo...
Scrivi canzoni vicine al pop e
folk. Quali sono i tuoi idoli di
questi generi?
Io adoro Mannarino e come sono-
rità in parte cerco di avvicinarmi
a lui riprendendo, per esempio,
alcuni colori della musica popo-
lare; fortemente voluta nella mia
formazione, è infatti, la fisarmo-
nica. Per quanto riguarda la mu-
sica d’autore per me idolo incon-
trastato è sempre Fabi, mentre
per quanto riguarda il pop mi è
sempre piaciuta molto Margherita
Vicario e nella scrittura mi ispiro
molto a lei.
Hai già accumulato qualche
esperienza “da cantautrice”.
Quali sono gli errori che non ri-
peteresti?
Mi occupo di organizzare tut-
to completamente in autonomia,
questo mi ha permesso di impara-
re molto ma probabilmente mi ha
portato a fare diversi errori. Forse
l’errore più grosso è quello di ren-
dersi conto che un lavoro come il
management e la comunicazione
non si improvvisa. Per i prossimi
passi l’idea è quella di trovare una
squadra con la quale condivide-
re la passione per il progetto, una
squadra con cui definire i ruoli, i
passi e lavorare con maggiore pro-
fessionalità.
Usi la musica anche nella tua “al-
tra” professione, quella di educa-
trice. E’ un aiuto importante per
un mestiere così complesso?
Assolutamente. Lavoro con bam-
bini e ragazzi con disabilità, orga-
nizzo e gestisco laboratori musica-
li all’interno di un centro diurno,
ma poi mi capita di lavorare con
bambini normodotati. La musica
mi aiuta molto a entrare in rela-
zione, a parlare di sentimenti, a
stimolare il movimento, a fare ri-
tornare il sorriso. Scrivo moltissi-
me canzoni per bambini che poi
utilizzo nei miei laboratori, le più
belle diventano canzoni di Sue.
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