TRAKS MAGAZINE TRAKS MAGAZINE 029 | Page 42

la quella cosa, lo avrebbe reso un brano semplice- mente banale, non dicendola invece lo ha reso un brano ironico e particola- re. Due parole anche sul video: è stato divertente come sembra? Sì molto, ho coin- volto soprattutto amiche e ci siamo divertite tanto. Ab- biamo deciso di girare a Rho, nella mia città, e que- sto ha contribuito a farci sentire “a casa”. E poi con il regista Brace Bel- tempo ormai c’è molto feeling e af- fetto, riesce sempre a strapparmi un sorriso e a mettermi completa- mente a mio agio. La tua scrittura è spesso ironica. Rispecchia anche come sei nella “vita vera”? L’idea è nata da una cosa su cui stavo riflettendo e che effettiva- mente avrei voluto dire in quel brano, infatti, è nato prima il ri- tornello. Andando poi avanti col testo mi sono resa conto che, in- vece, sarebbe stato scontato dir- 42 Sì, adoro l’ironia nella scrittura e la ricerco anche in ciò che ascol- to. Mi piace usarla per raccontare temi anche di un certo spessore perché credo li renda più accessi- bili e più leggeri. Sono abbastanza ironica anche nella vita anche se chi mi conosce bene mi definisce più permalosa che ironica, ma io non sono molto d’accordo... Scrivi canzoni vicine al pop e folk. Quali sono i tuoi idoli di questi generi? Io adoro Mannarino e come sono- rità in parte cerco di avvicinarmi a lui riprendendo, per esempio, alcuni colori della musica popo- lare; fortemente voluta nella mia formazione, è infatti, la fisarmo- nica. Per quanto riguarda la mu- sica d’autore per me idolo incon- trastato è sempre Fabi, mentre per quanto riguarda il pop mi è sempre piaciuta molto Margherita Vicario e nella scrittura mi ispiro molto a lei. Hai già accumulato qualche esperienza “da cantautrice”. Quali sono gli errori che non ri- peteresti? Mi occupo di organizzare tut- to completamente in autonomia, questo mi ha permesso di impara- re molto ma probabilmente mi ha portato a fare diversi errori. Forse l’errore più grosso è quello di ren- dersi conto che un lavoro come il management e la comunicazione non si improvvisa. Per i prossimi passi l’idea è quella di trovare una squadra con la quale condivide- re la passione per il progetto, una squadra con cui definire i ruoli, i passi e lavorare con maggiore pro- fessionalità. Usi la musica anche nella tua “al- tra” professione, quella di educa- trice. E’ un aiuto importante per un mestiere così complesso? Assolutamente. Lavoro con bam- bini e ragazzi con disabilità, orga- nizzo e gestisco laboratori musica- li all’interno di un centro diurno, ma poi mi capita di lavorare con bambini normodotati. La musica mi aiuta molto a entrare in rela- zione, a parlare di sentimenti, a stimolare il movimento, a fare ri- tornare il sorriso. Scrivo moltissi- me canzoni per bambini che poi utilizzo nei miei laboratori, le più belle diventano canzoni di Sue. 43