TRAKS MAGAZINE TRAKS MAGAZINE 028 | Seite 6

niamo qualche vecchia canzone, godiamo di un’energia rinnovata, e forse un po’ di esperienza in più rispetto al passato, derivata sem- pre dall’amore viscerale per quello che facciamo. Quali sono le premesse e come sono andate le lavorazioni di Outset? Il nostro vecchio ep Higher than this uscito a inizio 2017 è servi- to da sonda per testare la nostra scrittura e il nostro feeling, ma dopo diversi concerti, l’esigenza di lavorare su un vero album è stata preponderante, sicuramente l’incontro con Antonio Gramen- tieri ci ha riportato in sala prove con determinazione per diversi mesi. Abbiamo lavorato di pancia, evitando come sempre i cliché di genere, ma aggiungendo altri det- tagli alla nostra tavolozza sonora. Antonio però ha sentito le canzo- 6 ni solo in studio, mentre facevamo il check dei microfoni, non voleva farsi influenzare. Perché avete deciso di registrare in presa diretta? Per la scelta dello studio avevamo diverse opzioni, tutte ottime, ma il fascino di registrare su nastro allo studio analogico “L’Amor mio non muore” di Roberto Villa ha prevalso, poi noi abbiamo il DNA da presa diretta, ci piace stare nel- la stessa stanza e suonare insieme, registrare all’unisono, non siamo di quelli che riprendono uno stru- mento alla volta. Ovviamente ab- biamo aggiunto altre cose in fasi successive, alcune ospitate che impreziosiscono il lavoro, ma lo scheletro delle undici canzoni di Outset sono nate suonando basso, chitarra e batteria faccia a faccia, massimo tre take a canzone. Sia- mo nel 2019, ma crediamo che questa sia ancora la modalità mi- gliore perché si crei la magia. Qual è stato il contributo di An- tonio Gramentieri? Fondamentale. Lavorare a certi livelli, con professionisti così bra- vi ti fa crescere, e con lui ci sono stati molti momenti di con- divisione, ascolto e rispetto dei ruoli, cose che poi porta- no ogni canzone ad avere un proprio carattere e ha dato a noi una visione più a fuoco di quello che siamo. Affidare la propria musica a una persona esterna comporta abbassare le proprie difese e mettersi in ascolto, bisogna essere predi- sposti, e trovare il produttore giusto. Antonio per noi lo è stato. Quali saranno i prossimi pas- si della band? Sicuramente questo è un di- sco che abbiamo intenzione di portare live il più possibile, per diverso tempo. Stare su un palco è la sublimazione finale, l’omega di tutto questo lavoro, ci piace suonare difronte a un pubblico che a malapena sa chi sei, ma che ascolta e assiste al rito del “qui e ora”, perché que- sto è il significato di Outset, considerare ogni giorno come un nuovo inizio, con nuove possibilità, nuove fortune o nuove sfighe che siano. 7