delle lavorazioni di questo al-
bum?
Per quanto riguarda l’aspetto tec-
nico abbiamo approcciato la la-
vorazione del nuovo disco in ma-
niera diversa dai precedenti che
erano stati tutti autoprodotti e
registrati da noi. Ci siamo avval-
si della collaborazione del Bios
Studio per la registrazione delle
parti di batteria, mentre le chi-
tarre, il basso e i synth li abbiamo
registrati nel nostro studio Abby-
Normal Studio che nel frattempo
ci siamo costruiti con un gruppo
di amici con cui lo condividiamo,
i Teoria del Caos. Abbiamo poi
mixato il tutto presso il Waiting
Room di Enrico Baraldi a Bologna
per poi ultimare il mastering sem-
pre in AbbyNormal Studio. E’ evi-
dente quindi la differenza con la
realizzazione di CVPR. Inoltre un
altro cambio di direzione rispet-
to al passato è stato di scegliere di
distribuire NBPR con una label
italiana, I Dischi Del Minollo.
Mi sembra che in Italia, seppure
rimanendo in ambito di nicchia,
il post rock in senso più “largo”
abbia messo radici molto forti
con tante formazioni interessan-
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ti. Qual è il vostro sguardo sulla
scena al momento?
Il postrock non è proprio un ge-
nere di nicchia, o comunque com-
prende tante scene musicali di-
verse tra loro. Molte band di altri
generi musicali, oggi prendono
spunto dal postrock senza fare
parte di questa scena musicale.
Basti pensare che in un solo anno,
proprio in Italia, è nato e cresciu-
to un network di musicisti e band
postrock italiani di cui facciamo
orgogliosamente parte, l’Italian
Postrock Movement. Grazie al
quale abbiamo partecipato al pri-
mo festival postrock di band ita-
liane, l’IPM FEST che ha avuto un
enorme successo a Trieste.
Voi siete ben radicati nella scena
milanese, al momento un bel po’
meno celebrata delle scene di al-
tre città. Come vedete la Milano
musicale oggi?
NBPR Tour ha toccato e toccherà
molti locali di Milano e provin-
cia. La scena musicale milanese è
sicuramente interessante e valida.
Oggi però vediamo che spesso il
pubblico preferisce l’EVENTO al
concerto. Manca un po’ quell’at-
titudine che era forte in passato
verso la ricerca del nuovo. Oggi
la ricerca è più verso il LIKE. È
più importante partecipare ad
un evento e dimostrare di esserci
piuttosto che cercare cose nuove e
band emergenti nell’underground
milanese. Considerato l’afflusso
di pubblico sempre importante ai
live di band postrock non italiane
(Milano è un po’ esterofila sot-
to questo aspetto) non possiamo
che essere ottimisti per il futuro
imminente. I locali di Milano e la
loro direzione artistica sono più
interessati a proporre generi come
l’Indie, il Metal o la Trap che ga-
rantiscono un seguito di pubblico
e quindi un ritorno economico.
Questo è comprensibile ma siamo
convinti che presto anche il po-
strock si affermerà come merita e
non solo a Milano.
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