Mauro e Alessandro, ha iniziato
a svilupparle. Sono nate cose che
certamente non appartenevano
ai Nevro, così è nato MATA, un
po’ come “progetto parallelo”. Nel
tempo le nostre energie sono state
tutte versate verso questa nuova
storia, Emanuele, che pure aveva
suonato nel primo disco dei Ne-
vro, è entrato nel progetto… e sia-
mo andati. Possiamo dire che se
nei Nevoshockingiochi la tenden-
za essenziale era quella alla de-
strutturazione, allo smontamento
sistematico delle forme e del suo-
no, qui ci troviamo probabilmente
a mettere insieme il buono (per-
lomeno per noi) che abbiamo tro-
vato tra i brandelli, gli scarti e la
segatura. L’approccio è più essen-
ziale, ma certamente non è la fine
del percorso.
Quali sono le ispirazioni alla
base dell’ultimo lavoro, “Archi-
pel{o}gos”?
Archipel{o}gos è nato in maniera
molto istintiva, con una grande
velocità di composizione. C’era
davvero un’urgenza espressiva che
doveva prendere forma, quindi
è molto difficile dire che cosa ci
MATA
“Archipel{o}gos” è il titolo del primo full length della band, nata nel 2015
e capace di far confluire nel proprio lavoro noise, industrial, elettronica e
l’incomunicabilità di questi tempi
Il vostro è un progetto che ha
esperienza alle spalle ma nella
forma attuale è piuttosto recente.
Vi va di descrivere nascita, cre-
scita e motivazioni dei Mata?
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Siamo intorno al 2015, i Nevro-
shockingiochi soffrivano un po’
per alcune incompatibilità di ca-
rattere stilistico che con l’evolu-
zione di ciascun elemento erano
emerse, così decidemmo di met-
tere in stand-by il progetto. Nel
frattempo però le idee continua-
vano a esserci, così una parte del-
la band, nello specifico Massimo,
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