TRAKS MAGAZINE TRAKS MAGAZINE 028 | Page 18

stati i più importanti per la nostra crescita artistica e nostri punti di riferimento. In questi 19 anni ab- biamo suonato in giro per tutta l’Italia e partecipato a vari festival internazionali in Ungheria, Irlan- da, Olanda, Macedonia ecc.... in- somma il leitmotiv di questi anni è stato macinare chilometri. Da quali spunti nasce “Vento di protesta”? Vento di protesta, il nostro ultimo singolo è l’estremo saluto a un no- stro caro amico scomparso recen- temente. Un amico e un esempio per noi di umiltà, fratellanza e condivisione. L’emblema del fatto che si può essere rivoluzionari an- che senza fucile ma con il proprio stile di vita, indicando una via al- ternativa a quelle che oggi sono le più battute. Oggi si protesta molto più sui commenti di Facebook che in piazza, ma qualche piccolo se- gnale di ritorno all’antico in que- sto senso c’è. Siete più speranzosi o delusi? Quella via social è una protesta farlocca perché evita una cosa fondamentale, il confronto di- retto e il guardarsi in faccia. Il mondo ormai è pieno di leoni da tastiera e purtroppo c’è chi stru- 18 Quali saranno i vostri prossimi progetti? Per il futuro stiamo lavorando a un disco nuovo anticipato dall’u- scita del singolo “Vento di pro- testa” e continuiamo a macina- re chilometri per i concerti così come abbiamo sempre fatto. mentalizza questo sistema. A noi piace ancora il contatto con la gente. Che spazio ha oggi la musica folk tradizionale? E quale do- vrebbe avere? La musica oggi appare come un universo frammentato e fram- mentario, c’è di tutto ma devi an- darlo a cercare. Il folk tradizionale è parte di questo macrocosmo e occupa lo spazio che merita di occupare cioé una nicchia picco- lissima, ma preziosa, difficile da scoprire. 19