nazioni di accordatura, l’accesso
allo strumento con spese modiche
e i territori musicali privi di un
rifiuto sono elementi che asso-
cio alla natura e all’immediatezza
espressiva.
Hai scelto di uscire anche in vi-
nile: ci spieghi le motivazioni?
Questo lavoro musicale a oggi è
quello che più mi ha impegnato in
temini di genesi, costruzione, ela-
borazione e rifinitura; volevo dare
una confezione il più possibile
aderente al carattere del disco, vi-
cino a dinamiche umane di un’al-
tra generazione rispetto a quella
attuale.
Perché hai scelto di includere an-
che “Helsinki”, unico brano non
inedito?
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Anche nel disco precedente ho
reinciso e inserito un brano già
presente in un altro disco; anche
per Helsinki vale lo stesso. Il per-
ché credo sia legato al fatto che
oramai sono dieci anni che lo pra-
tico nel quotidiano e dal vivo e
volevo lasciare una traccia delle
sue metamorfosi e trasformazioni.
La tua è una musica “difficile”,
diciamo così. Cosa ti senti-
resti di dire per convincere
qualcuno che non ha mai
ascoltato il tuo genere per
aprire un po’ le porte a un di-
sco come il tuo?
Di non aspettarsi un lavoro di
animazione e intrattenimento
e che probabilmente si anno-
ierà.
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