DANIELE BRUSASCHETTO
“Un pesce fuor d’acqua sempre e comun-
que”, il musicista torinese stupisce una volta
ancora regalandosi un ritorno alle origini:
“Flying Stag”, un vero e proprio disco me-
tal, naturalmente con qualche inclinazione
sperimentale
Diciamo che l’attitudine che si
ha quando si ascolta un tuo di-
sco nuovo è “mi preparo a essere
sorpreso”. Chi se l’aspettava un
disco, diciamo così, “metal” che
si riconnette ai tuoi esordi? Mi
spieghi le motivazioni di questa
scelta?
Mi fa molto piacere sentire que-
ste tue parole, ho sempre cercato
di prendere diverse direzioni da
disco a disco, un po’ per spirito di
sperimentazione e un po’ per non
darmi orizzonti scontati. Quella di
“Flying Stag” è stata, forse, la svol-
ta più radicale. Credo proprio che
nessuno si sarebbe mai aspettato
una bomba simile. Da quando, tre
anni fa, sono diventato padre ho
sentito il bisogno irrefrenabile di
tornare alle origini.. all’adolescen-
za metal... il rock pesante.. a una
musica più muscolare che stret-
tamente cerebrale/sentimentale...
Tornare alle origini per buttarsi in
un futuro radioso. E poi non sono
mai stato realmente parte di nes-
suna scena... un pesce fuor d’ac-
qua sempre e comunque.
Si sentono anche echi post grun-
ge in alcuni brani. Sei stato am-