TRAKS MAGAZINE TRAKS MAGAZINE 026 | Seite 24

LUFRAMILIA Davide Bolignano inaugura il proprio progetto con “L’Eremita Postmo- derno”, un singolo curioso e interessante che prelude a un album dai co- lori “sfumati” Ci racconti chi è “L’eremita post- moderno”? E in che rapporti è con te? È un personaggio che è scivolato fuori dalla mia mente, dal mio in- conscio. Mi sembra  di aver inizia- to a scrivere il testo ancora prima di decidere questo titolo e plasma- re questo personaggio. Quindi le parole sono state veicolo. L’Ere- mita Postmoderno è una qualsiasi persona che si possa essere senti- ta, anche soltanto per un attimo, “sola” in mezzo al caos artificiale, è bloccata nel suo limbo, nel suo utero, ma vorrebbe nascere e libe- rare se stesso, fare la sua rivolu- zione all’interno della realtà. È un tentativo, è una porta semi aperta. Il rapporto che ha con me, è sicu- ramente qualcosa di in parte auto- biografico, è una proiezione delle mie sensazioni, è un dialogo anco- ra aperto tra me, le mie sperenze e le mie parti oscure.  Ho letto che la canzone è nata in 24 la neanche a scuola ahah! Sono un caos di disordine, partendo da- gli spazi in cui vivo sino alle mie stanze mentali! È un casino! ho bozze di canzoni scritte e registra- te nel mio PC, nel mio smartpho- ne, anzi in tanti cellulari ahah, perché magari dopo un tot di tem- po ti capita di cambiare telefono, e a quel punto ti ritrovi con tanti piccoli frammenti di canzoni un po’ di qua e un po’ di là, tra i qua- li fare ordine sembra un’impresa. Ma i brani con cui entri davvero in connessione, restano con te, è un imprinting, e basta prendersi il tempo che serve, tirare il giu- sto filo nel groviglio, per ritrovare quello che cerchi. Il disordine è per i disordinati, bisogna saperci dialogare, il paradossale equilibrio del caos.  Mi avete proprio centra- to con questa domanda! Raccontaci il tuo primo album, sulla base di quello che hai già realizzato e di come vorresti che fosse… Avevo scritto una ventina di bra- ni, trai quali ho scelto tredici trac- ce. L’idea di fare un mio album era lí con me da quando sono un maniera graduale e un po’ sof- ferta. Scrivi sempre così oppure è stata un’eccezione? Penso non ci sia una regola in che cosa una persona può trovare “l’i- spirazione”. Per quanto mi riguar- da mi sento molto più connesso alle atmosfere tristi e più cupe. Solitamente non decido a priori “devo scrivere una canzone triste o felice” ma mi sono sempre fatto guidare dalle mie sensazioni, dal- le  “atmosfere mentali” che sento. Per ora le canzoni che scrivo e che poi ho l’istinto e la voglia di colti- vare, arrangiare e  registrare, sono brani che attingono dalle tonalità chiaroscure del nostro mondo in- teriore. Alla fine è necessità.  Non escludo che in futuro possa trova- re  ispirazione dalla felicità, chi lo sa! Ho letto anche che hai iniziato a scrivere in italiano prendendo appunti vocali. Quindi ora im- magino il tuo smartphone pieno di mozziconi di canzoni da com- pletare… È così oppure sei uno metodico e hai travasato tutto e salvato tutto in bella copia? La bella copia? Non riuscivo a far- 25