CISCO
respirare aria nuova
Stefano “Cisco” Bellotti torna con “Indiani & Cowboy”, album composto di
dieci canzoni. Il cantautore è volato fino in Texas per raccogliere la giusta
ispirazione e l’album è nato con il prezioso contributo di Rick del Castillo
Per “Indiani & Cowboy” sei par-
tito da presupposti differenti, sei
volato fino in Texas e hai cam-
biato un po’ di cose. Ci spieghi
perché?
C’era per me necessità di cambiare
aria musicalmente parlando per-
ché gli ultimi dischi li ho sempre
fatti in Emilia con i miei musicisti.
In questo caso avevo bisogno di
respirare aria nuova per pensare
un nuovo progetto e l’immagine
della frontiera americana con il
discusso muro che vuole costruire
Trump, la vita normale quotidiana
di tutti i giorni dove la frontiera è
un posto simbolico dove le culture
si intrecciano e si mischiano, ecco
quel discorso mi interessa tanto.
Ma è un discorso che possiamo
trovare anche in Italia, nel Medi-
terraneo, è un legame che ci uni-
sce molto forte e quindi quei con-
cetti quei pensieri sono alle basi
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del disco stesso.
Mi sembra che oltre al discorso
sonoro ci siano motivi ideali che
ti hanno spinto in America. Sba-
glio?
Si per Indiani e Cowboy l’idea è
stata proprio quella di mescolare
le carte soprattutto a livello mu-
sicale, sfruttare questo ponte che
si era creato con l’America grazie
a Paolo Pagetti della Rivertale e
alle sue conoscenze americane
di Austin con Rick Del Castillo,
un ponte quindi tra l’Emilia e il
Texas, dove noi qui in Italia abbia-
mo creato le basi e poi l’abbiamo
mandate oltreoceano per essere
prodotte, completate e finite il cui
risultato è qualcosa di completa-
mente diverso da quello che ho
sempre fatto nella mia vita, dove i
suoni si mescolano, le radici non
si perdono, la mia scrittura si sen-
te. Il mio modo di scrivere can-
zoni infatti non è tanto cambiato,
ma è cambiato il sound fatto da
un produttore come Rick appun-
to che ha stravolto in alcuni casi i
brani rendendoli affascinanti con
suoni tex-mex, suoni di frontiera,
suoni a me cari, rendendoli unici.
Questo lavoro è un lavoro pensa-
to, voluto in questa maniera dall’i-
nizio, non a caso ho a realizzare il
disco quando ho avuto la concre-
ta certezza di poter lavorare con
Rick, di poter andare ad Austin a
cantare, a mixare, a finire il lavoro
del disco realizzandolo con queste
determinate caratteristiche. Per
quello reputo Indiani e Cowboy
un album diverso dagli altri e per
quanto mi riguarda, di cambia-
mento.
I riferimenti all’attualità non
mancano, così come i ritratti di
personaggi “forti”. Come nasco-
no, a proposito, le canzoni dedi-
cate a Guido Rossa e Don Gallo?
Questo senza dubbio è di sapore
vintage ma dalle forti tematiche
di attualità, non a caso si parla di
confini, di muri, di migrazioni, di
sceriffi e di indiani, perché il mon-
do è fatto sempre di più da india-
ni che tentano di sopravvivere e
da cowboy che continuano a non
capire. E quindi per questo è un
disco di forte attualità. Le figure di
Guido Rossa e di Don Gallo ov-
viamente si schierano dalla parte
degli indiani, sono due figure di
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