WALLACE RECORDS
Compie vent’anni l’etichetta di Trezzano Rosa (Milano), fedele all’etica
del DIY, partendo dal punk rock ma uscendo poi spesso dal seminato.
La compilation “TracceXX” la celebra. Ecco le nostre domande al patron
Mirko Spino
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Direi di partire da un quadro
storico: quando e come nasce
Wallace Records e che cosa avete
combinato in questi vent’anni?
I primi passi sono stati mossi ap-
punto nel 1999, venti anni fa. Il
quadro storico era estremamente
diverso da quello odierno: si com-
pravano ancora i dischi fisici, non
soltanto in ambito underground.
Il contesto specifico era, ed è,
quello del rock underground in-
dipendente, ossia quel mondo fat-
to di musica suonata, ispirata dal
punk ma che non suona necessa-
riamente punk-rock, e fieramente
lontana da logiche commerciali.
Se vogliamo citare dei punti di
riferimento dico Dischord e
Touch&Go. Rimanendo anco-
rati a questa idea, tanti dischi
(200) e tanti artisti (100) sono
passati. Ma anche tanti concerti,
party, e grosse soddisfazioni.
Come nasce l’idea della com-
pilation e com’è andata l’ope-
razione?
TracceXX è l’ideale seguito di
Tracce, la prima uscita dell’e-
tichetta. Mi sono ispirato a
quell’idea: fotografare un pez-
zo di underground italiano di
quel periodo. La differenza è che
nella prima uscita ho lavorato
con gruppi che avrei voluto ave-
re nell’etichetta. In questa ultima
compilation ci sono gruppi che
già stanno nell’etichetta. L’opera-
zione di crowdfunding è andata
bene, abbiamo raggiunto l’obiet-
tivo economico, ma avevo anche
l’intenzione di sondare il terreno,
ossia quanto potesse interessare
l’operazione, se un po’ di “pubbli-
co” fosse ancora li e se fosse pron-
to a sostenere l’etichetta. Ed è stato
così.
Queste sono domande da non
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