TRAKS MAGAZINE TRAKS MAGAZINE 023 | Page 20

LUCIANO TARULLO Il cantautore originario di Agropoli (Salerno) pubblica l’album “L’isola”, una miscela di cantautorato e rock come insegna la mi- gliore tradizione musicale italiana Vuoi raccontare la tua storia? Ho incontrato la musica a 15 anni e da quel momento non l’ho più lasciata. A tal proposito tut- te le mie scelte, anche di studio e professionali, sono state fatte in un’unica direzione e con un unico obiettivo, quello di far diventare questa passione un lavoro, e a oggi posso dire di avercela fatta anche se la strada è ancora lunga. Di conseguenza tutta la mia “storia” è parte integrante di questo lavo- ro discografico. C’è dentro un po’ tutto il percorso artistico e uma- no che ho compiuto da quando ho iniziato a suonare fino ad oggi. L’isola non è altro che la mia vita, il luogo dove sono cresciuto, le esperienze che ho fatto, le persone che ho incontrato sulla mia stra- da. La proiezione del mio mondo interiore e la visione di ciò che mi circonda. Questo disco nasce da una lunga gestazione: a cosa è dovuta que- sta elaborazione? Prima di tutto credo che per rea- 20 lizzare un lavoro discografico di qualità serva del tempo. Ho scelto di non avere fretta. Ho scelto di far uscire un lavoro che mi rap- presentasse in tutto e per tutto. Diciamo che il lavoro più lungo è stato quello che ha riguarda- to la pre-produzione, e quindi la scelta dei brani, il lavoro di arran- giamento, la scelta dei musicisti, dello studio di registrazione. Tut- te componenti fondamentali per la riuscita di un album. Anche la parte di mix e master è stata abba- stanza lunga proprio perché c’era la voglia di non lasciare niente al caso. A tutto questo va aggiunto poi soprattutto il fatto che si tratta di un auto-produzione, e quindi come potete ben capire i sacrifici si moltiplicano. Questo per quan- to riguarda la parte della produ- zione. Dal punto di vista artistico inoltre, ho deciso di inserire anche dei brani che ho scritto quasi agli inizi. Canzoni che avevo paura di lasciare per sempre nel cassetto. E anche per questo motivo che questo album rappresenta per me tutto un percorso che parte da lontano e arriva fino a qui. Un percorso che rappresenta soltanto l’inizio. Dici di non esserti curato molto delle mode. Quali sono state le tue fonti di ispirazione? Sì in effetti è stato così. Questo assolutamente non per snobi- smo oppure perché non ci siano oggi dei riferimenti importanti da prendere in considerazione, anzi. È stato soltanto un voler ap- procciarsi alle canzoni in maniera diversa. Ho curato tutti gli arran- giamenti pensando al vestito mi- gliore che andasse bene per ogni singolo brano dell’album. Questo per me significa “non seguire le mode”. Ciò non significa che non ci siano dei riferimenti importanti nella mia musica, anzi. Battisti, De Gregori, Vasco in primis. E poi il rock, soprattutto il sound legato agli anni 80’ e 90’. Visto che il disco si chiama “L’i- sola”… Tre dischi da portare su un’isola deserta? Risposta difficile. Mi gioco tre al- bum degli artisti che ho citato nel- la risposta precedente, Il mio can- to libero di Battisti, Rimmel di De Gregori e Gli spari sopra di Vasco. 21