TRAKS MAGAZINE TRAKS MAGAZINE 022 | Page 36

ANGELO SICURELLA Due remix per “Yuki O”, title track dell’ultimo disco dell’ex Omosumo. Tra sperimentazione, collaborazioni artistiche e nuovi modi di scrittura Puoi raccontare come nasce que- sta operazione di remix/rilancio della title-track del tuo ultimo disco? Il remix è una pratica in uso da molto tempo e l’ho sempre visto come un modo per confrontarsi con altri punti di vista. Qualcuno prende una parte di te, di quello che hai scritto e lo manipola. E questo procedimento di rielabo- razione è una cosa che mi inte- ressa a cominciare dal fatto che sono io il primo manipolatore dei miei suoni. Spesso ci sono brani che nascono da suoni di altri bra- ni, stretchati o editati fino a ren- derli irriconoscibili se paragonati al punto di partenza e questo mi porta a esplorare altri mondi. Il remix rappresenta tante cose in- sieme, è un processo di rielabora- zione, fornisce un’altra chiave di lettura di un brano o di un fram- mento di questo. Non ultima, la 36 bellezza di potere diventare altro a cui non avevi pensato. Direi che è il caso di approfondi- re sia come nasce la canzone, sia chi è, nel dettaglio, Yuki O Yuki O è una figura con cui ho scelto di interagire nel corso della scrittura del disco. È il mio alter ego in certe occasioni e altrimenti è una persona appena incontrata nella mia mente, che vive lo stesso mondo frenetico che viviamo noi. A volte quando scrivo immagino sempre un personaggio maschile o femminile a cui mi rivolgo. A volte parlo con qualcuno fuori di me. A volte quell’ombra sono io stesso. Questa volta ho deciso di darle un nome, Yuki O per l’ap- punto. Mi piace il suono, mi pia- ce il significato. La canzone nasce dal racconto di una storia di ab- bandono del corpo, in parte vera. Siamo nella stanza di un apparta- mento. Ai piedi della porta cade un fascio di luce dal lucernario di questa mansarda. Su quel punto di luce ci sono dei vestiti, per terra. Sono gli abiti di chi è trapassato. Il testo racconta una storia di ab- bandono, una parafrasi di come le cose cambino sotto i nostri occhi e di quanto è naturale sia così e non possa essere altrimenti. Come hai scelto le due artiste che hanno messo mano ai remix? Laura, avevo avuto modo di ve- derla suonare dal vivo con i Ju- lie’s. Mi piace la delicatezza e la profondità che usa nell’immer- gersi all’interno di un contesto sonoro. Guenter Raler, me l’ha fatta ascoltare per la prima volta Damiano Miceli, che si occupa del management. A primo ascol- to del suo soundcloud, che invito ad ascoltare, mi è subito piaciuta, con un estro e una freschezza che mi hanno colpito subito. Nell’ot- tica dei remix, proprio per quello che abbiamo detto sopra, penso sia fondamentale che ti piaccia quello che fa la gente con cui vuoi collaborare. E questo ne è un caso esplicito. Quali sono i prossimi passi di- scografici che affronterai dopo “Yuki O”? Qualche anticipazio- ne? In questo momento sto sperimen- tando parecchio. Sto scrivendo e non so da che parte mi muoverò, 37