TRAKS MAGAZINE TRAKS MAGAZINE 022 | Page 16

LUPO Il progetto acoustic-folk di Chicco Bedogni, polistrumentista reggiano esordisce con l’ep di ballad originali “To The Moon” E’ vero: in effetti la dimensione acustica mi intriga più o meno da quanto canto, forse perché è quel- la che più concede dinamica alla voce. Da ragazzino ero affascina- to dal volume, dalla “pacca”, poi crescendo ho scoperto la potenza dei silenzi e della melodia. Credo Ho letto che il tuo allontana- mento dalla tua band preceden- te, gli AmpRive, è stato determi- nato anche da un problema di salute all’orecchio. Ma mi sem- bra che la scelta acustica non sia figlia soltanto di questa casuali- tà. Vuoi spiegare com’è andata? 16 Sono curioso di capire la scelta di titolo e copertina, visto che le ballate del disco mi sembrano molto poco fantascientifiche. Devi pensarlo come un colla- ge di pezzi cantati sotto la luna, non per la luna. Al di là di Slow Big Crunch e Brother and I, che parlano delle stelle e dell’univer- so (e tra l’altro sono i due sin- goli di questo EP), gli altri pezzi sono lamenti in musica di uomini comuni, nello spirito delle bal- lad-songs popolari. Provo a darti un’immagine concreta: è come se ti ritrovassi in una notte estiva nell’aia de “l’albero degli zoccoli” o davanti alla baracca dove vive- va R.L. Burnside. Con te ci sono braccianti e contadini di ritorno dai campi per i quali, dopo ore di duro lavoro, non c’è altra conso- lazione al di fuori di una bevuta e una suonata di fronte al cielo stellato. Ognuno di loro ha un male per cui cantare. Suonando si sfogano e così si liberano dalla triste condizione che li accomu- na. Ecco, questa idea di un riscat- to (temporaneo, quindi illusorio) nella musica, o meglio nel lamen- si tratti di un percorso abbastan- za comune, in effetti… Diciamo che l’ipersensibilità agli alti vo- lumi è stata lo sprone che mi ha spinto a prendere sul serio il mio approccio domestico alla musi- ca: tra le mura di casa ho sempre improvvisato stralci di canzone strimpellando sulla chitarra acu- stica. Io sono uno di quelli che se ha in mano una chitarra finisce per scrivere una canzone, bella o brutta che sia. La chitarra me la trovo tra le mani anche in ba- gno, mentre leggo o mentre cu- cino. Non suonare per un anno intero è stata una vera sofferenza. Per ovviare alla mancanza della sala prove e soprattutto del venir meno delle ore spese nella ricerca di vecchi sintetizzatori, chitarre o amplificatori da sistemare, mi sono comprato una moto d’epoca quando neanche avevo la patente. L’ho restaurata come avrei fatto con un vecchio ARP o con il mio SoundCity e così per un po’ non ho pensato alla musica. Poi per fortuna il problema si è risolto e da allora praticamente non vado più in moto. 17