TRAKS MAGAZINE TRAKS MAGAZINE 021 | Page 8

da 200 lire in tasca. Io ero un bambino. Da lì si comincia. Geno- va perché il mio vecchio lavorava nel porto di Durazzo e faceva con- trabbando con i finanzieri italiani. A uno aveva dato il denaro per comprargli una Vespa bianca, che il finanziere si era giocato perché aveva il vizio del gioco. Ma quan- do ha bussato alla sua porta per reclamarla è stato gentile con lui. Ci sono dei particolari veramente da romanzo, nei dischi futuri ne parlerò. Ho letto che avresti potuto in- cludere venti canzoni in questo disco. Avevi quello che si dice un’ “urgenza” da trasmettere in que- sto disco? Come sei arrivato alla selezione finale? In realtà non la definirei proprio urgenza, nella misura in cui scrivo sempre, perché mi fa bene, per cui quando poi i brani di un periodo raccontano proprio quei passaggi di tempo, viene come naturale considerarli nel disco. Tuttavia produrre 20 pezzi costa troppo, già 14 è stato un discreto salasso. Alla fine si scelgono quelli a cui sei più affezionato, si vuole un po’ LEDI “Stanze” è il secondo lavoro di inediti di Ledi, cantautore di origini italo-albanesi che ha conquistato una bella fetta di critica italiana con il suo esordio “Cose da difendere” Ci vuoi raccontare qualcosa del- la tua storia? A casa mia si è stati ricchi, poi po- veri, poi ricchi, poi poveri... e così via. Diciamo che il padre di mio nonno era una specie di muezzin di un piccolo villaggio greco, ucciso dalla guerra. Mio nonno è scappato in Albania dove si è rifatto una vita passando dalla 8 condizione di “principe” a quella di sottomesso al regime. Poi, come tutti, mio padre un giorno ha pre- so un barcone e si è ritrovato nel porto di Brindisi con una moneta 9