cato, forse per questo consideria-
mo PAZ un disco naturalmente
Pop e di natura corale, che canta
più lingue. Per chi fa musica è un
istinto quasi fisiologico, se non te-
rapeutico, avevamo parecchi brani
scritti subito dopo “Safari Now”,
che grazie alla produzione di Pun-
toeacapo sono diventati un di-
sco.
Viste le molteplici influenze
e la scarsa attenzione al con-
cetto di “genere”, vorrei saper-
ne qualcosa di più del vostro
metodo di composizione delle
canzoni.
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Coro Interscolastico “Vincenzo
Bellini” di Catania.
Le vostre collaborazioni sono già
un numero molto consistente.
Come nasce l’incontro con Ma-
rio Venuti per Boa Babil On?
Mario Venuti è un artista che ab-
biamo sempre stimato e seguito
dai tempi de Denovo, ricordando
il Venuti di “Fortuna” che suona
molto brasiliano abbiamo pensato
che “Boa Babil On” fosse un bra-
no nelle sue corde e che magari ci
porti, perché’ no… “Fortuna” :-)
Il concerto più bello che avete
visto di recente?
Il concerto del gruppo belga
Soulwax.
I nostri brani nascono sempre
dalla musica o da una suggestio-
ne, come ad esempio una frase
in loop, vengono poi registrate in
un primo momento e in manie-
ra quasi schizofrenica… cambia
il mood, accordi e groove, spesso
ritornano al punto di partenza ma
arricchiti dal percorso, siamo una
band che si lascia contaminare an-
che dall’aria che respira.
Ed è proprio la contaminazione
che ha generato il cambiamen-
to, frutto anche dell’ingresso dei
nuovi componenti e un nuovo ap-
proccio alla scrittura.
Vorrei sapere come nasce “You
can be free”
È un brano a cui teniamo molto,
scritto a quattro mani con Totò
Sultano dei “Music from Eleven
Instruments” nel 2012, c’è an-
che un suo cammeo nel finale. È
il pensiero di un ragazzo vissuto
ai bordi di un polo petrolchimi-
co, gli occhi puri di un bambino
ignari del denaro e del business
vedono quello che in realtà è, una
privazione dell’aria che respiri. C’è
emozione e delicatezza, resa per-
fettamente dai piccoli cantori del
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